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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2013 alle ore 14:23.

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ROMA - Una piccola luce c'è : se non proprio in fondo, almeno in mezzo al tunnel, nei dati dell'Istat diffusi ieri relativi al primo trimestre del 2013. È vero, infatti, che anche nel primo scorcio dell'anno prosegue il calo della spesa delle famiglie italiane; però, per effetto dell'inflazione in discesa torna a crescere, dopo otto trimestri consecutivi di variazioni negative, il potere d'acquisto, secondo il rapporto Istat su "Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società".

La spesa delle famiglie per consumi finali, misurata in valori correnti, è diminuita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell'1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Mentre, "tenuto conto dell'inflazione", il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel primo trimestre del 2013 è aumentato dello 0,5% rispetto a quello precedente, dopo otto trimestri consecutivi di variazioni negative.
Se invece si considera la dinamica tendenziale, rispetto al primo trimestre del 2012 si registra una diminuzione del 2,4%, aggiunge l'Istituto.

Inoltre, il tasso di investimento delle famiglie è stato pari al 6,5%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto sia al trimestre precedente, sia al primo trimestre del 2012.
Un altro dato in miglioramento è relativo alla propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, che nel primo trimestre dell'anno, misurata al netto della stagionalità, è stata pari al 9,3%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto sia al trimestre precedente, sia a quello corrispondente del 2012.

La propensione al risparmio, ricorda l'Istat, è definita dal rapporto tra risparmio lordo delle famiglie consumatrici e reddito disponibile lordo. Un rapporto che con la crisi si era sempre più assottigliato sino a raggiungere i minimi alla fine dello scorso anno. A inizio 2013 invece risulta di nuovo in deciso aumento, attestandosi al livello più alto dal secondo trimestre del 2010, anche se restano ancora lontani i valori del periodo pre-crisi, che facevano degli italiani il popolo delle "formiche" per antonomasia.

Secondo la Confesercenti, comunque, una rondine non fa primavera: nonostante il lieve miglioramento (+0,5%) registrato nel primo trimestre 2013 rispetto agli ultimi tre mesi del 2012, secondo le stime dell'Associazione il reddito disponibile si contrarrà anche nell'anno in corso, per una cifra complessiva di 8,5 miliardi: 4,5 miliardi per quanto riguarda i lavoratori autonomi e 4 per quelli dipendenti. La diminuzione delle risorse disponibili porterà quindi a un'ulteriore riduzione del potere d'acquisto delle famiglie, che scenderà nel 2013 di altri 692 euro per ogni nucleo familiare. Poco ottimismo anche da parte della Cia, che sottolinea come le famiglie limitino i danni rivolgendosi ai discount, mentre per Federconsumatori, Codacons e Adusbef l'ottimismo legato ai dati Istat è eccessivo.

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