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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2013 alle ore 08:23.

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MILANO
Crescita industriale e tutela ambientale sono elementi indissolubili: l'impresa italiana ha da tempo raccolto la sfida perché parte integrante di una strategia di sviluppo sostenibile. Ma serve un quadro di regole certe. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, risponde al Governatore della Puglia, Nichi Vendola che in una lettera aveva invitato l'associazione degli industriali a fare di più per l'applicazione delle normative ambientali e sanitarie, in particolare nel caso Ilva.
«Confindustria - scrive Squinzi a Vendola - ha da tempo fatta propria la sfida della compatibilità ambientale e sanitaria delle attività industriali come parte integrante e imprescindibile della strategia per lo sviluppo sostenibile. Già nel gennaio 2013 - continua il presidente di Confindustria - abbiamo pubblicato lo studio "Valutazione comparativa della disciplina di Autorizzazione Integrale Ambientale a livello europeo e nazionale: effetti sullo sviluppo industriale del Paese", che riporta alcune proposte e suggerimenti sulla Valutazione di impatto sanitario a riprova della sensibilità e dell'attenzione che Confindustria e le imprese associate hanno su questo tema».
Squinzi ricorda al Govenatore Vendola l'impegno di Confindustria in tutte le sedi istituzionali. «Come ben sa, Confindustria ha sempre partecipato ai tavoli istituzionali, sia a livello centrale che regionale, in modo responsabile e propositivo per la ricerca di soluzioni in grado di coniugare sviluppo economico e tutela dell'ambiente. E analoga disponibilità stanno dimostrando le imprese associate. Posso assicurarle - precisa il presidente di Confindustria - che quelle da lei citate nella sua lettera stanno da molti mesi collaborando fattivamente con le agenzie di controllo ambientale della Regione Puglia».
Il presidente Squinzi spiega la filosofia produttiva di Confindustria e delle imprese associate e il loro rapporto con la tutela sanitaria e dell'ambiente.
«Crescita industriale e tutela ambientale precisa ancora Squinzi - sono elementi indissolubili. L'Europa e l'Italia hanno giustamente voluto una leadership tecnologica in materia di sostenibilità. Per questo ritengo che i principi, le regole e le prassi europee debbano rimanere un riferimento anche nella predisposizione delle normative nazionali e locali sulla tutela ambientale. A riguardo - continua Squinzi - ritengo opportuno ricordarle che l'analisi della normativa europea e nazionale fa emergere con chiarezza l'impegno richiesto al sistema industriale per ridurre l'impatto ambientale. Un impegno sicuramente più gravoso di altri settori che, come mostrano i dati, incidono ben più delle attività industriali sulla qualità dell'aria delle nostre città, ma non sono ancora soggetti ad analoghe misure.
Ciò nonostante - conclude il presidente di Confindustria - l'impegno per la sostenibilità ambientale non spaventa le imprese italiane, che chiedono solo di potersi confrontare con un quadro di regole certe e di metodologie consolidate, ispirate alle prassi europee. Per questo, come evidenzia lo studio, è a nostro avviso urgente avviare un confronto costruttivo tra i diversi soggetti coinvolti per individuare una metodologia condivisa sulla Valutazione di impatto sanitario».
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I numeri
2,25 miliardi Il costo stimato dell'Aia Costo principali misure previste dall'autorizzazione ambientale
12 mila I lavoratori dell'Ilva Gli addetti di Taranto, che salgono a 25mila con il resto del gruppo
10 milioni La capacità produttiva Capacità produttiva (tonnellate annue) del polo di Taranto

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