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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2013 alle ore 06:50.

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BRESCIA
È sui mercati emergenti che la meccanica italiana va a caccia dei volumi che la vecchia Europa non è più in grado di garantire. La lezione della Streparava, azienda familiare di Adro, in provincia di Brescia, è emblematica da questo punto di vista. Attivo nella produzione di assali, bilancieri e in generale nella produzione di componenti meccaniche per truck, bus e veicoli commerciali, il gruppo bresciano raccoglie oggi i frutti di una strategia di diversificazione in Spagna, Brasile e India, che le permette di chiudere il 2012 con un fatturato consolidato di 120 milioni (in lieve flessione rispetto ai 132 dell'anno prima), ma soprattutto con un utile in tenuta, a quota 5,5 milioni (sul quale ha pesato anche l'effetto di alcune componenti straordinarie). Ed è proprio in Asia, per la precisione a Bangalore, che la famiglia Streparava sta gettando le basi di un approccio internazionale più volitivo.
«Abbiamo risolto una precedente joint venture con un partner locale – spiega l'amministratore delegato Paolo Streparava –. Con il 100% della società ora possiamo dispiegare al meglio l'operatività dell'azienda. Tra il 2015 e il 2016, grazie a nuove commesse per componenti motore ottenute con alcune multinazionali attive sul mercato indiano, raggiungeremo 12 milioni di fatturato, a fronte degli attuali 2,5 milioni. Anche i dipendenti triplicheranno: ora sono circa un centinaio, prevediamo di arrivare a 300-350». In Italia l'azienda (il presidente è Pierluigi Streparava) dà lavoro a 350 persone, altre 50 sono impiegate in Spagna, una quarantina in Brasile.
«Ad Adro ci siamo lasciati alle spalle i contratti di solidarietà – spiega Streparava, che è anche vicepresidente dell'Associazione industriale bresciana –. In questi anni abbiamo lavorato sui costi e sui processi, e diversificato la clientela». Oltre all'Italia e all'India, tra i clienti di Streparava c'è anche molto Giappone. «Ora – aggiunge l'ad - stiamo valutando future acquisizioni, anche in Italia, per diversificare ulteriormente il prodotto. L'obiettivo è riuscire ad entrare in nuovi mercati, grazie a lavorazioni di maggiore qualità».
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