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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2013 alle ore 10:14.

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Lo storico cantiere nasce nel 1842 sul lago di Iseo. Negli anni è diventato icona di stile, una bandiera del made in Italy . Riva è uno dei marchi più forti della nautica mondiale e la sua massima espansione è arrivata sotto il regno dell'ingegner Carlo Riva, figlio di Serafino da cui nel '49 rileva il cantiere. Sono gli anni della Dolce Vita, i ruggenti anni Sessanta, a decretarne il successo planetario.

Le banchine di Saint Tropez sono una sfilata di Riva, i divi, i play boy sono sempre fotografati a bordo di un motoscafo Riva. Da allora il cantiere ne ha passate di tutti i colori. Le diverse proprietà che si sono avvicendate dopo la gestione diretta del fondatore non sono riuscite, nemmeno con gli errori più clamorosi, a scalfire il sapore vero che la passione dell'ingegnere aveva messo per realizzare barche inimitabili.

Dal '90 al '99 Riva ha fatto parte del gruppo Rolls Royce Vickers, dal '99 al 2000 il proprietario è stato Stephen Julius attraverso Stellican Investment Bank che ha ceduto al Gruppo Ferretti di cui fa ancora parte, anche se la proprietà di tutto il gruppo è adesso del cinese SHIG / Weichai Group.

I segreti di un successo
Bisogna rendere merito a uno di quegli uomini che spesso restano nell'ombra, collaboratori solidi e preziosi. Le serie storiche dei motoscafi che ancora ammiriamo sono nate con la collaborazione del progettista Giorgio Barilani. Di Riva è bello vedere i disegni originali, gli schizzi fatti a mano di ogni particolare e capire come ogni elemento, dalle luci ai motori, fosse fatta per conquistare una personalità inimitabile. Quel color turchese unico delle tappezzerie, quel modo di costruire un cruscotto e un volante un po' automobilistico ma così estivo e inconfondibile, il prendisole di poppa da cui quelle modelle cotonate con eye liner deciso esibivano i bikini più bizzarri hanno scritto una grammatica inconfondibile dell'andar per mare in Costa Azzurra e dintorni.

Il mito Aquarama
Lo sappiamo tutti basta rivedere la bionda Brigitte Bardot su un cuscino di motoscafo per pensare a un Riva e ricordare il nome dei modelli storici, il loro legno che era in realtà lavorato con una tecnologia preziosa molto lontana dalla tradizione anticha: Tritone, Ariston, Corsaro, Florida, Junior. Aquarama, il più famoso, è stato costruito dal '62 fino al '96, in 769 esemplari. Il primo, scrive la leggenda, lo ha collaudato l'Avvocato, quel Gianni Agnelli che non rinunciava mai a curiosare tra le barche. Aquarama resta uno dei motoscafi più quotati tra gli usati, con quotazioni che superano di gran lunga quelle delle normali barche d'epoca.

Ci hanno provato in molti a imitare le barche Riva, allora e anche adesso, ma nel tempo di quella generazione di motoscafi restano solo loro: unici. Una barca di otto metri, al giorno d'oggi e anche sotto l'effetto della crisi, è piccola, considerata appena sufficiente per una gita di un giorno lungo costa. Eppure Aquarama, nome fortunato nato dalla trasformazione di Cinerama, resta simbolo di lusso vero, preso nel significato originario della parola, vale a dire non costoso e pacchiano ma raffinato e unico. Per il compleanno, erano anche i 90 anni di Carlo Riva, l'anno scorso gli storici motoscafi sono tornati in parata a St Tropez, là dove hanno costruito la loro leggenda.

I tempi moderni sono legati a un altro designer altrettanto bravo, si chiama Mauro Micheli di Officina Italiana Design e ha firmato l'Aquarama moderno, vale a dire l'open day cruiser di alta qualità, Aquariva e poi le barche che hanno portato il marchio verso le misure più grandi, come Rivarama, e fino al progetto dei sogni moderni, il 122 Mythos, un mega yacht planante di alluminio che immette Riva in un mercato completamente nuovo e lo allontana dal suo lago d'Iseo.

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