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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2013 alle ore 20:13.

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Nel Dl lavoro stop alla pubblicità per le sigarette elettroniche. Atteso in giornata il voto finale

Slitta l'ok dell'Aula del Senato al Dl lavoro: dopo un'intera giornata di esame i senatori hanno praticamente concluso i voti sugli emendamenti al provvedimento (mancano i voti su tre emendamenti accantonati in attesa del parere della Commissione Bilancio). Al termine dei voti, si svolgeranno nella giornata di mercoledì le dichiarazioni di voto e si accenderà il semaforo verde al Dl che poi passerà all'esame della Camera. Tra le novità licenziate da palazzo Madama c'è lo stop alla pubblicità e promozione per le sigarette elettroniche, come già avviene per le "bionde" e gli altri tabacchi lavorati. Lo prevede un emendamento del gruppo Autonomie-Psi-Maie approvato all'articolo 11 del Dl. Vengono anche applicate le norme sulla «tutela della salute dei non fumatori».

Le principali modifiche approvate
Si generalizzano poi gli interventi sull'apprendistato (saltono le norme che limitano gli interventi temporalmente a solo alle Pmi) e le modifiche sui contratti a tempo determinato, con le pause per i rinnovi che tornano a 10 e 20 giorni (rispettivamente per contratti fino e oltre i 6 mesi), dopo che la legge Fornero li aveva allungati a 60 e 90 giorni. Viene poi istituita la "struttura di missione" che si occuperà di individuare e diffondere le migliori pratiche al fine di facilitare l'incontro di domanda e offerta di lavoro e di preparare proposte per la riorganizzazione dei servizi all'impiego, con un occhio attento anche per la ricollocazione dei cassintegrati. Alleggeriti i limiti sul lavoro intermittente e ok all'arrivo a 5,5 milioni in più a partire dal 2014 per favorire l'attività lavorativa dei detenuti.

I nodi aperti
Restano però diversi nodi aperti, a partire dal rifinanziamento della cassa in deroga (per chiudere il 2013 servono ancora 1,4 miliardi, dicono le regioni). La partita sui contratti più flessibili in vista di «Expo 2015» è stata rinviata a un accordo tra le parti (che dovrà arrivare entro metà settembre); e anche la richiesta di allargare fino ai giovani di 35 anni il nuovo incentivo per le assunzioni (decontribuzione con un tetto mensile di 650 euro) è stata stoppata nel corso dell'esame nelle commissioni Lavoro e Finanze del Senato. Forse verrà affrontata più avanti. Per problemi di copertura finanziaria è stato pure deciso di far rimanere al 50% (anziché farla salire al 70%) la dote Aspi per le aziende che assumono disoccupati.

L'incentivo per le assunzioni
Il piatto forte del provvedimento è il bonus assunzioni per i giovani, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, che diano luogo a un incremento occupazionale netto. L'incentivo vale anche per le trasformazioni di contratti di lavoro dipendente (con soggetti aventi i suddetti requisiti anagrafici) da tempo determinato a tempo indeterminato, accompagnate da ulteriori assunzioni a incremento. Il bonus è pari a un terzo della retribuzione mensile lorda (ai fini previdenziali) per un periodo di 18 mesi, ed è corrisposto al datore di lavoro unicamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili. Il valore dell'incentivo per lavoratore non può comunque superare i 650 euro al mese. L'incentivo è corrisposto per 12 mesi, ed entro i limiti dei 650 euro mensili, nel caso di trasformazione con contratto a tempo indeterminato. Con delle modifiche approvate dal Senato si è deciso di escludere l'applicazione dell'incentivo per le assunzioni per lavoro domestico (colf e badanti); di limitare i requisiti alternativi del lavoratore assunto alla circostanza di esser privo da almeno 6 mesi di un impiego regolarmente retribuito o di esser privo di un diploma di scuola media superiore o professionale, sopprimendo quindi il requisito alternativo di vivere esclusivamente con una o più persone a carico.

I tempi e la procedura per accedere al bonus
Le assunzioni "agevolate" devono scattare dalla data di approvazione degli atti di riprogrammazione dei fondi Ue e non oltre il 30 giugno 2015. Si specifica anche la procedura da seguire per ottenere il "bonus". L'Inps, entro 3 giorni dalla presentazione della domanda da parte del datore, dovrà comunicare la sussistenza o meno della disponibilità delle risorse; e opera una «riserva di somme». Al richiedente è assegnato un termine perentorio di 7 giorni per stipulare il contratto di assunzione (che dà titolo all'agevolazione); ed entro i successivi 7 giorni dovrà comunicarlo all'Inps. L'incentivo è riconosciuto dall'Inps in base all'ordine cronologico di presentazione delle domande cui abbia fatto seguito l'effettiva stipula del contratto che dà titolo all'agevolazione e, in caso di insufficienza delle risorse indicate, valutata anche su base pluriennale con riferimento alla durata dell'incentivo, l'Inps non prende più in considerazione ulteriori domande con riferimento alla Regione per la quale è stata verificata tale insufficienza di risorse, fornendo immediata comunicazione anche attraverso il proprio sito internet.

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