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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2013 alle ore 07:39.

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MOSCA. Dal nostro inviato
«In aprile abbiamo compiuto 18 anni, abbiamo cambiato nome, assumendo quello prestigioso di Confindustria, ma abbiamo atteso il nostro presidente per spegnere le candeline». Così Vittorio Torrembini, presidente del Gruppo degli imprenditori italiani che da qualche mese, appunto, si è trasformato in una rappresentanza stabile di Confindustria in Russia, ha accolto ieri a Mosca Giorgio Squinzi.
Per il presidente degli industriali italiani, ma anche del Gruppo Mapei, «la Federazione Russa è un mercato di grande interesse per le imprese italiane, con prospettive di crescita in diversi settori industriali». Un interesse che Mapei, leader mondiale sul fronte dei prodotti chimici per l'edilizia, ha dimostrato raddoppiando la propria presenza in Russia. Martedì scorso Squinzi ha inaugurato ad Aramil, negli Urali, il suo secondo stabilimento, per servire con prodotti realizzati localmente i mercati della regione industriale raccolta attorno a Ekaterinburg, la Siberia e il Kazakhstan.
«La strategia di crescita di Zao Mapei – ha detto Luciano Longhetti, direttore generale di Mapei Russia – è interpretare le richieste locali del mercato in un Paese molto vasto, con esigenze e caratteristiche diverse da regione a regione». Un mercato complesso in cui Confindustria Russia si propone come guida per chi sceglie la strada dell'internazionalizzazione, le grandi imprese e le piccole. Tra le iniziative possibili, spiega Torrembini, è quella di proporre alle autorità russe un tavolo per discutere in che modo gli italiani possono contribuire al grande piano di rilancio delle infrastrutture in Russia, un progetto da più di 300 miliardi di dollari.
A confortare la presenza italiana in Russia è l'andamento delle nostre esportazioni. Secondo i dati Eurostat rielaborati dall'Ambasciata d'Italia a Mosca, l'export italiano verso la Russia ha superato nel 2012 quello verso gli altri Paesi Brics, e nei primi quattro mesi dell'anno l'Italia è stata poi il Paese europeo che ha visto aumentare di più i propri scambi. «Una ricetta per uscire dalla crisi», nota l'ambasciatore Antonio Zanardi Landi, a cui spetta l'annuncio di una delle due importanti iniziative a cui ha lavorato il sistema Italia in Russia, proprio a sostegno dell'attività di export. L'accordo raggiunto con le autorità russe – dopo più di un anno di negoziati – per lanciare un Corridoio Verde: un sistema di scambio di informazioni e dati sui flussi commerciali che consenta di diminuire i tempi di sdoganamento e rendere meno costose le procedure. «Il progetto dell'Agenzia delle Dogane italiane e del Servizio doganale federale russo – spiega Leonardo Bencini, responsabile commerciale dell'Ambasciata d'Italia – verrà lanciato in una prima fase in forma pilota, con imprese caratterizzate da flussi commerciali consistenti, per poi estendersi».
Un carico che passa senza fermarsi la frontiera con una sorta di "bollino verde", come i passeggeri che scelgono il corridoio verde in aeroporto: l'auspicio, spiega l'ambasciatore Zanardi Landi, è finalizzare l'intesa al prossimo Vertice intergovernativo Italia-Russia, in programma a novembre a Trieste. La seconda iniziativa riguarda invece un hub logistico presso Mosca per gli esportatori italiani, un punto di riferimento proposto per l'automotive e per il warehousing di aziende di varie dimensioni. «La fase propedeutica alla presentazione dell'operazione sul mercato è conclusa», spiega Luigi Dante, project manager del polo logistico, dopo aver raccolto l'interesse di un gruppo di investitori e di istituzioni come Simest.
antonella.scott@ilsole24ore.com
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