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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2013 alle ore 08:43.

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Passione per il vino: a 78 anni anni Luciano Benetton diventa un produttore di vino. Dopo aver passato, un anno fa, il testimone di United Colors al figlio Alessandro, il fondatore torna in pista con una start up che valorizza i vigneti "dimenticati" della società e lancia una linea di vini: semplicemente denominati Bianco, Rosso e Malvasia. Tre nomi semplici e chiari per i vini che cominceranno a essere commercializzati capillarmente nelle enoteche e nei ristoranti a partire da settembre. Indovinate il nome della cantina? Villa Minelli, quello del quartier generale di Benetton a Ponzano. «I francesi fanno riferimento allo chateau – ha sostenuto Benetton, durante la presentazione ufficiale - io alle nostre Ville» che sono tre, localizzate nei comuni di Ponzano e Villorba.
Il Bianco di Villa Minelli è ottenuto da uve Chardonnay e Pinot grigio, il Rosso da uve Merlot, Cabernet Sauvignon, Shyraz e Carmenère mentre per il Malvasia sarà utilizzata l'omonima uva istriana a grappolo spagnolo, ideale per l'abbinamento con baccalà o i formaggi piccanti ed erborinati.
Benetton avvia oggi la start up del vino ma la passione (e certo anche il fiuto del business) risale a diversi anni fa: solo la preparazione è durata sei anni. La sperimentazione dei vitigni locali e stata affidata all'enologo Francesco Serafini con il compito di creare i vini. «Abbiamo una piccola produzione – ha minimizzato Benetton – ma saremo distribuiti bene». Il vino è già in vendita in Danimarca e Norvegia. A settembre è il turno del Regno Unito «ma l'obiettivo di fine 2014 – precisa Cuzziol – è di servire 12-15 mercati». I mercati importanti di destinazione saranno Italia, Inghilterra, Danimarca, Hong Kong, Stati Uniti e Canada.
E la produzione? «In tutto – precisa Luca Cuzziol, ad di Villa Minelli – si tratta di 9 ettari che producono 70-80mila bottiglie. In breve potremo anche salire a 100mila. Poi sarà Luciano Benetton a decidere se utilizzare altre proprietà per produrre di più o acquistare l'uva. Spero solo che lui abbia abbastanza tempo per seguire da vicino Villa Minelli».
Cuzziol – che è importatore in Italia dello champagne di Bruno Paillard – aggiunge che «il break even lo raggiungeremo a 50mila bottiglie. L'obiettivo è che Villa Minelli cammini con le proprie gambe. In tutti i sensi: sulle etichette non c'è nessun riferimento al gruppo Benetton».
I prezzi? «Il nostro è un vino "amichevole", ottimo ma dal prezzo abbordabile – specifica il top manager – nell'Horeca si venderà attorno ai 5,50 euro, in enoteca a 9 euro mentre nella carta dei vini dei ristoranti si troverà intorno ai 20 euro».
Nata nel 2008, l'azienda agricola Villa Minelli, società a responsabilità limitata, ha 110mila euro di capitale sociale e, attraverso la Benind, fa capo, per il 100%, a Benetton Group.
Benetton nella sua presentazione di Villa Minelli ha sorvolato sull'investimento, risalente allo scorso febbraio, del fondo di private equity 21 Investimenti (con controllo della famiglia Benetton) nell'abruzzese Farnese, operatore di vini provenienti in particolare da Abruzzo, Sicilia e Puglia. Un'azienda non da poco: fattura oltre 30 milioni con un Mol di 6 milioni. Ricavi per il 90% realizzati all'estero con 2.600 clienti. C'è, o ci sarà, un collegamento tra la start up e la "portaerei"? «Sono due realtà completamente distinte – frena subito Cuzziol – anche perchè 21 Investimenti fa capo a Edizione e Villa Minelli a Benetton Group. Poi Farnese è un investimento finanziario, Villa Minelli è un progetto di lungo respiro».
@scarci
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