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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2013 alle ore 06:47.

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ASCOLI PICENO
Diversificazione dell'offerta, innovazione reale e costante del prodotto e massima flessibilità nella gestione delle consegne. Questi i segreti della Fainplast di Ascoli Piceno, ormai tra le prime cinque industrie nazionali nella produzione di materiali plastici, che ha appena festeggiato i 20 anni dalla sua fondazione.
Guidata fin dall'inizio da un imprenditore locale molto legato al territorio di origine, come Battista Faraotti, l'azienda vede ormai vicino il traguardo dei 90 milioni di euro di fatturato (erano 86 nel 2012), con una crescita lenta ma senza ostacoli che l'ha portata a raddoppiare il giro d'affari negli ultimi 10 anni.
Novantatre dipendenti, 15 dei quali impegnati direttamente nel laboratorio di ricerca e controllo - vero motore dell'industria ascolana –, la Fainplast ha sfondato i primi anni sul mercato grazie a granuli in pvc che non avevano concorrenza, e adesso ha lanciato due nuove linee produttive che porteranno ancora avanti l'asticella delle proprie potenzialità tecniche e di sviluppo.
«Investiremo altri due milioni entro il 2014 - spiega Faraotti - puntando soprattutto su compound ad alta sicurezza nel campo ferroviario, navale ed energetico, oltre che su quelli destinati a nuovi mercati come il fotovoltaico o alle telecomunicazioni sottomarine. In particolare, nell'ambito della famiglia dei cavi "halogen free" contiamo molto sulle caratteristiche innovative di un prodotto reticolabile, superiore a tutti gli altri esistenti per resistenza al fuoco e per durata. Con l'obiettivo di fornire un pacchetto che convinca e fidelizzi i clienti, assicurando poi la più concreta assistenza».
A far crescere i profitti dell'azienda sono sia l'Italia che i mercati esteri più maturi, Germania, Francia e Paesi Bassi in primo luogo. Due aree che si dividono attualmente circa il 50% dei volumi realizzati, anche se la quota dell'export sta aumentando in maniera costante. «La flessione del comparto edile nel nostro Paese, per esempio si è fatta sentire - sottolinea l'industriale marchigiano - con un calo del 30% negli ultimi esercizi, ma certo noi non siamo stati ad aspettare che la situazione peggiorasse. È per questo che abbiamo sempre investito molto in ricerca, almeno il 7% del fatturato annuo, e ampliato senza soste l'offerta dei nostri materiali ai grandi gruppi con cui lavoriamo, in Italia (Prysmian, Leoni) e all'estero. Ora i risultati ci danno ragione».
Per Fainplast così, le opportunità maggiori di business per il futuro si chiamano soprattutto Russia, Polonia, dove è già presente e più di tutti Turchia, paese in decisa espansione e dove le prospettive sembrano molto incoraggianti. E poi forse più avanti Cina, Corea e Cile. Ma tutto questo sempre mantenendo un piede ben piantato nella vecchia e solida Europa Occidentale, dove non solo si realizzano il 40% delle vendite ma si comprano le migliori e più affidabili materie prime. Queste incidono per il 75% sul costo del prodotto, e devono essere sempre le più sicure sul mercato, per garantire il massimo risultato ai test e ai controlli effettuati in laboratorio. E remunerare l'attività complessiva. Ne va della reputazione stessa dell'impresa, che sull'eccellenza dell'output finale ha puntato fin dall'inizio, progettando in proprio impianti all'avanguardia e valorizzando le risorse umane presenti.
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