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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2013 alle ore 08:42.

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RAVENNA
«Il Kazakhstan è la nostra miniera da consolidare, potrebbe addirittura crescere, dopo averci garantito già l'anno scorso 160 milioni di euro sui 400 di fatturato consolidato. Il nostro primo obiettivo resta questo Paese dell'ex Unione sovietica. Stiamo ritornando anche in Russia, ad Astrachan, esplorando il Mozambico e in Messico valutiamo ci siano buone opportunità nel medio termine». Le parole di Medardo Ranieri, presidente della Rosetti Marino Spa lasciano bene intendere la scala globale su cui si muove la società ravennate di progettazione e costruzione di piattaforme e impianti per l'oil&gas e di navi di servizio. Un colosso nato nel 1925 dal carpentiere romagnolo Marino Rosetti, entrato nel 1970 nel business petrolifero sulla scia di Eni e diventato uno dei big player mondiali nell'ingegneria e nelle soluzioni hi-tech per l'oil&gas, con clienti come Maersk, Shell, Conoco, Total. Esponente di punta di quel distretto dell'oil&gas romagnolo a cui è impedito spiccare il volo in patria.
«Tutto il nostro business oggi è estero, anche se per il Mare del Nord costruiamo qui e poi spediamo gli impianti, a differenza di quanto si fa in Kazakhstan», spiega Ranieri, scettico sulla possibilità che una ripartenza del mercato regionale delle esplorazioni possa spostare le strategie aziendali. «Le nostre dimensioni sono tali che le commesse locali non basterebbero. Oggi sui mille addetti del gruppo solo la metà opera in Italia, di cui 350 nel quartier generale a Ravenna, 80 nella controllata milanese Basis Engineering e altri 90 a Forlì, alla Fores Engineering. Qui resta però il nucleo storico di 50 blu collars, operai di officina di altissima competenza che tengono viva la nostra capacità di lavorare l'acciaio», il fil rouge di quasi 90 anni di attività.
Non ha ancora conosciuto crisi la Rosetti Marino, perché ha radici e testa a Ravenna, ma gambe che corrono ovunque nel mondo dove il business dell'oil&gas si stia sviluppando. «Siamo cresciuti del 20% anche l'anno scorso in termini di ricavi, 396 milioni come gruppo, e del 25% per quanto riguarda l'utile netto, a 19 milioni. Quest'anno – prosegue il presidente – contiamo di consolidare i risultati, ma con marginalità inferiori. Mentre per il 2014 le prospettive non sono esaltanti. Dovremmo portare a casa almeno 250 milioni di euro di commesse l'anno per lavorare a regime e ce ne mancano ancora 130. Per fortuna prima dell'estate abbiamo firmato un contratto da 60 milioni di euro per una piattaforma in Polonia e un altro nello shipping con un nuovo cliente, per la costruzione di due supply vessels da 25 milioni di euro l'uno». In Kazakhstan, infine, la Rosetti Marino ha già investito 40 milioni ed è pronta a investirne altri 15 per un'importante gara Chevron entro fine anno.I. Ve.
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