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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2013 alle ore 06:48.

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«Tra i nostri clienti abbiamo anche l'attrice Tina Turner e il musicista Quincy Jones. E pure Lucio Dalla veniva spesso a trovarci. Siamo aperti in agosto per non perdere nemmeno un affare», esordisce Giovanna Solimene, erede dell'azienda di famiglia fondata nel 1955. Appena arrivi a Vietri sul Mare (costiera amalfitana), la prima struttura che noti è una grande costruzione di maioliche. L'edificio può sembrare un museo, ma in realtà è una fra le più importanti aziende di ceramica campane: «È stata progettata dall'architetto Paolo Soleri (leone d'oro alla carriera vinto alla Mostra internazionale di architettura di Venezia)» dice Giovanna, spiegando che l'allora giovane architetto alla ricerca di lavoro fu aiutato da «mio padre Vincenzo che gli propose di progettare l'azienda unendo appunto architettura e ceramica». Ha radici lontane questo business. Data almeno cinque secoli la tradizione della ceramica vietrese. Il primo boom arrivò negli anni venti: ad d'Amalfi c'è stato il cosiddetto "periodo tedesco": «In quel periodo i primi viaggiatori provenienti dalla Germania – continua Solimene – diedero linfa alla lavorazione della ceramica e, attraverso la storica fabbrica Marcs Malamerson, iniziarono l'esportazione del nostro artigianato. Nel dopoguerra è stata la volta dei buyers. In tal modo, grazie soprattutto ai turisti (americani prima e giapponesi poi) che alloggiavano nei più importanti alberghi di Positano, abbiamo cominciato l'export pure noi».
E adesso alla Solimene hanno lavorato anche a Ferragosto, perché è «proprio d'estate – conclude Giovanna – che, grazie ai flussi turistici abbiamo i picchi di prenotazione. Restano quindi aperti il magazzino per le spedizioni, il front office, tutta la distribuzione e una parte della manifattura per soddisfare le richieste di qualche nostro cliente».
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