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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2013 alle ore 06:50.

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POMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI)
Una legge sulla rappresentanza sindacale? «Può essere un'idea per ripartire, una volta e per tutte, tutti quanti insieme, lasciandoci alle spalle una stagione complicata di steccati ideologici e aspre contrapposizioni. Purché l'azienda non metta più in discussione gli investimenti». Fuori i cancelli dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco, quello che nel bene e nel male ha segnato la storia delle relazioni tra industria e parti sociali degli ultimi tre anni, si colgono segnali di distensione all'indomani della richiesta della casa automobilistica di regolamentare, attraverso un intervento legislativo, temi quali l'esigibilità degli accordi.
Sarà per il via libera alla Fiom per la nomina di propri rappresentanti in azienda o forse per la visita del vescovo di Nola Beniamino Depalma, avvenuta proprio ieri mattina, al sito. In passato gli è capitato di finire lui stesso al centro delle polemiche tra management e sigle metalmeccaniche. Incontrando le rsa di Pomigliano, ieri è stato il primo a manifestare apprezzamenti verso l'apertura di Fiat. «L'ideologia non regge più: i rapporti devono cambiare», ha detto il prelato sottolineando l'importanza del sindacato quando si tratta «vigilare sugli investimenti». Un passaggio, quest'ultimo, apprezzato da molti, a cominciare da Giuseppe Terracciano, segretario di Fim Campania che parla di «gesto altamente simbolico e significativo della volontà pacificatrice» del religioso.
Ma una legge sulle relazioni sindacali può davvero aiutare a superare le contrapposizioni in stabilimenti sensibili come quello di Pomigliano? Francesco Percuoco, già rsu di Fiom, protagonista negli ultimi tre anni della battaglia legale che ha contrapposto la sigla metalmeccanica di Cgil all'azienda torinese appare possibilista: «Ai tempi della prima rottura con Fiat – commenta – fummo noi di Fiom a proporre una legge di questo tipo. Fa piacere apprendere che l'azienda abbia lanciato un dibattito sul tema». Quindi una stoccata: «Peccato che l'appello arrivi solo dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha riaperto i cancelli della fabbrica al nostro sindacato. In ogni caso la Fiom non si tirerà indietro».
Giuseppe D'Alterio, delegato di Uilm, saluta positivamente il ritorno della rappresentanza di Cgil ma auspica «il rispetto, da parte di tutti, dell'accordo che ha consentito allo stabilimento di Pomigliano di tornare a essere vivo e competitivo. Tre anni fa noi di Pomigliano eravamo zavorra per il gruppo, oggi siamo un'eccellenza. Di questo bisogna dare atto alle parti che hanno sottoscritto l'intesa del 2010. No a contrapposizioni ideologiche che non portano da nessuna parte. Gli anni Settanta sono finiti da un pezzo». Sulla stessa falsariga Carmine Volpe che auspica «un atteggiamento costruttivo, d'ora in poi, da parte di Fiom. Il tempo dell'ideologia è scaduto». Raffaele Avellino, delegato di Fim, vede di buon occhio la proposta di una legge sulle rappresentanze: «Solo regole certe – commenta – possono portare a relazioni sindacali certe. Il modello che il legislatore dovrà seguire è l'esperienza dell'accordo del 31 maggio 2013. Su quella falsariga si può fare una buona legge». L'azienda, in ogni caso, «non deve tornare a mettere in discussione gli investimenti che rappresentano una parte imprescindibile dell'accordo del 2010». Biagio Trapani, in ultimo, plaude al «cammino compiuto in questi ultimi anni tra mille difficoltà. Se l'azienda terrà fede fino in fondo al proprio piano di investimenti possiamo arrivare ancora più lontano».
@MrPriscus
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LE REAZIONI
Monsignor De Palma
Il vescovo di Nola ieri è stato tra i primi a felicitarsi per le aperture del gruppo Fiat: «L'ideologia non regge più, i rapporti devono cambiare»
Fiom disponibile
«Ai tempi della vertenza con Fiat fummo i primi a proporre la legge sulla rappresentanza» ricorda Francesco Percuoco: «Ora non ci tireremo indietro»
Fim Cisl positiva
Per Raffaele Avellino «solo regole certe possono portare a relazioni sindacali certe»

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