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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2013 alle ore 06:48.

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NAPOLI
A due anni dall'acquisizione da parte della Regione, Sviluppo Campania è già in crisi. Lo hanno annunciato i vertici della società pubblica – l'amministratore unico Alessandro Gargani, e il direttore generale Eugenio Gervasio – all'azionista e ai sindacati confederali. La situazione economico finanziaria della Spa sarà meglio ufficializzata nei prossimi giorni: tra il 9 e il 10 è infatti prevista l'assemblea per l'approvazione del bilancio 2012 e del relativo ripiano delle perdite. A quanto sembra, Sviluppo Campania ha maturato perdite per oltre 800mila euro e anche l'andamento dei conti del 2013 presenta criticità. La causa? La esiguità di incentivi da gestire oltre all'appesantimento dell'organico per via giudiziaria.
La storia – simile a quella di altre società regionali ex Invitalia – è questa. Invitalia con un provvedimento del 2007 dispone di dismettere le società regionali. Ne segue un processo lungo, specie in alcune regioni tra cui la Campania. Dove, dopo una complessa trattativa, si giunge, solo a settembre 2011, al trasferimento alla Regione di 58 dipendenti e di tre incubatori in comodato d'uso per venti anni. Nel 2011 Sviluppo Campania presentava un portafoglio di attività sufficienti per la gestione operativa, tanto che il bilancio dei primi tre mesi si chiudeva in utile. Nel 2012 già la scena cambia. La Regione guidata da Stefano Caldoro assegna a Sviluppo Campania la gestione del Microcredito: piccoli prestiti tra i 5 e i 25mila euro. In totale 65 milioni del Fse che finiscono presto. Mentre il 26 aprile 2013 il ministero chiude l'attività del titolo II della legge 185 del 2000 (altra forma di incentivazione alle piccole aziende) che fino ad allora praticamente aveva consentito (e non solo in Campania) di far fronte al costo del personale. Insomma, le entrate si riducono e i costi lievitano. Sulla società di sviluppo si abbattono infatti 31 cause di lavoro, di cui 21 concluse con il reintegro, che per 6 lavoratori è già avvenuto. Epilogo che sembra fosse prevedibile.
A dire il vero Sviluppo Campania riceve altri incarichi dalla Regione: viene tirata in ballo per la gestione degli aiuti alle aree di crisi, (a valere sul Pac), le viene assegnato il credito d'imposta per l'occupazione (100 milioni) e poi i contratti di programma. Tutte misure ancora non decollate.
Nonostante tutto, però, per liquidare Tess, altra agenzia di sviluppo controllata dalla Regione, si pensa che questa debba cedere a Sviluppo Campania una decina dei suoi dipendenti. La gestione diventa impossibile.
Il vertice e il sindacato sono in allarme e chiedono a Regione e ministero di accelerare sulla erogazione di fondi da trasferire a imprese e nuovi imprenditori. «Chiederemo al ministero di riattivare gli incentivi del titolo II che hanno avuto buoni risultati al Sud – dice Severino Nappi, assessore regionale al Lavoro – Quanto all'organico non si può immaginare che si possa sostenere il raddoppio sebbene deciso dai giudici».
La tensione sale: il sindacato chiede un tavolo con Regione Campania, ministero dello Sviluppo Economico e Invitalia.
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