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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2013 alle ore 08:40.

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TORINO
Nuovo assetto societario per le Officine Maserati di Grugliasco, che confluiranno in Mirafiori Plant, e ancora un anno di cassa integrazione nello stabilimento torinese del Gruppo.
«Un'altra notizia importante per il futuro polo del lusso e dell'alta gamma torinese» ha commentato il segretario della Fim Cisl di Torino e del Canavese Claudio Chiarle riferendosi alla procedura sindacale (articolo 47) che il Lingotto avvierà nei prossimi giorni per inglobare Grugliasco in Fiat Group Automobiles (Fga), come accaduto per Fabbrica Italia a Pomigliano. «Questo accorpamento – spiega – renderà più efficiente i due siti con scambi di sinergie, rafforza il progetto industriale torinese di Fiat e garantisce maggiori prospettive occupazionali. Già oggi 700 lavoratori di Mirafiori Carrozzeria lavorano a Grugliasco».
Nella comunicazione fatta alle Rsa di proroga di un anno del periodo di cassa integrazione straordinaria a Mirafiori , è ribadito l'annuncio fatto dall'azienda riguardo al «piano finalizzato all'avvio degli investimenti necessari per assicurare il futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento», da qui la richieste di un ulteriore anno di cig, per «realizzare – continua il testo – nuovi interventi funzionali alla riorganizzazione di particolare complessità, anche per porre le premesse per la creazione nell'area torinese di un polo produttivodedicato al segmento "Premium"».
Alla comunicazione alle Rsa seguirà la convocazione presso la Regione Piemonte per l'esame congiunto con i sindacati, come spiega Flavia Aiello, della Uilm: «Stiamo lavorando per dare risposte concrete ai lavoratori».
Proprio sulla convocazione del tavolo in Regione, il segretario provinciale della Fiom, Federico Bellono chiarisce: «alla luce di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, non accetteremo convocazioni separate». Investire a Mirafiori, sottolinea Bellono, «è un fatto positivo». Ma ribadisce la necessità di un confronto con le parti sociali e le istituzioni. «L'unica certezza ad oggi è un nuovo anno di cassa integrazione straordinaria mentre non sono indicati impegni precisi ed esigibili sull'entità dell'investimento, sulla tipologia dei modelli, sui volumi e sui tempi di realizzazione». La Fiom di Torino, dunque, chiede un «cambio di passo nelle relazioni fra le parti, per questo chiediamo innanzitutto un confronto all'azienda».
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