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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2013 alle ore 06:51.

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MEDOLLA (MODENA)
È un ritorno nel distretto biomedicale modenese lasciato nel 2004, quello che la multinazionale americana Baxter ha perfezionato in questi giorni con la definitiva acquisizione del gruppo svedese Gambro. Un'operazione da 3,9 miliardi di dollari annunciata a fine dicembre ma che solo ora ha superato tutti i test degli antitrust nei cinque continenti. Dalle nozze nasce infatti il secondo player mondiale nel mercato della dialisi, un colosso da 4,2 miliardi di dollari di ricavi.
Gambro a Medolla ha il terzo stabilimento per valore della produzione, sui 13 fin qui posseduti in 9 diversi Paesi: 200 milioni di euro di fatturato (salgono a 250 con l'altro sito italiano a Sondalo, Sondrio) tra monitor per l'emodialisi e bloodline, su un miliardo di business consolidato; e 700 dipendenti sui 7mila del gruppo. Uno stabilimento, quello di Medolla di Gambro Dasco (che manterrà il proprio nome, così come resterà il logo Gambro sui prodotti) pesantemente compromesso dal sisma del 2012, che non ha per ora motivi di allarmarsi, in attesa di un primo incontro ufficiale con la nuova proprietà. I lavori di ricostruzione – oltre 35 milioni di euro, totalmente coperti dalle assicurazioni – sono finalmente partiti lo scorso luglio nel centro distributivo ed entro fine mese dovrebbero essere affidati i cantieri per il secondo lotto, relativo alle aree produttive e di R&S. Mentre il cambio di camicia, da quella della dinastia svedese Wallenberg (attraverso i fondi Eqt e Investor) a quella del big dell'healthcare dell'Illionois comporta, sulla carta, solo vantaggi, data l'integrazione perfetta (con crescenti prospettive di business, +7-8% l'anno) sia a livello di gamma prodotti che di mercati. Tra la forza di Baxter nella dialisi peritoneale e nei bacini di Sudamerica e Asia-Pacifico e la specializzazione di Gambro dell'emodialisi e sulla piazza europea: si stimano sinergie sui costi per 300 milioni di dollari l'anno.
«Qui i cassaintegrati sono rimasti appena una decina, a rotazione – fanno sapere i vertici di Medolla – e la produzione di monitor è al 110% rispetto al pre-terremoto, mentre si è dimezzata quella di cassette bloodline, dopo la decisione di Gambro di splittare le linee nel sito messicano di Tijuana, onde evitare interruzioni di forniture di un prodotto salvavita». Il nuovo stabilimento modenese sarà dimensionato per produrre 6mila monitor l'anno (il 120% della produzione pre-sisma) mantenendo lo standard di 5 milioni di cassette.
I timori di delocalizzazione che avevano allarmato il distretto sembrano dunque fugati: i cantieri di Medolla si dovrebbero completare, sotto la bandiera americana, entro il 2014 e i 515 addetti ancora sparsi tra Modena, Crevalcore e Poggio Rusco potranno così rientrare alla base. Serviranno 18 mesi, invece, per l'integrazione operativa tra i due big della dialisi che talloneranno così più da vicino i leader tedeschi di Fresenius, vicini di casa anche nel polo mirandolese.
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4,2 miliardi Il business (in dollari) Dall'integrazione nasce il secondo produttore mondiale di cure renali
I PASSAGGI
La prima pietra
Italia Miraset, prima azienda del biomedicale mirandolese fondata nel 1962 da Mario Veronesi, si stabilisce a Medolla nel 1964 e due anni dopo cambia il nome in Dasco. Nel 1987 entra a far parte del gruppo svedese Gambro
L'ingresso degli investitori
I fondi della famiglia Wallenberg EQT e Investor AB rilevano Gambro nel 2006 e lo scorso dicembre firmano la cessione a Baxter, quotata Usa da 14,2 miliardi di dollari di fatturato e 51mila addetti

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