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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2013 alle ore 15:05.

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Una sfida tecnologica per riscattare l'Italia

A 500 uomini tra tecnici, ingegneri e subacquei è affidato un compito importantissimo: riscattare l'immagine dell'Italia agli occhi del mondo. Cancellare dalla memoria collettiva la grande disfatta del 13 gennaio 2012: il naufragio della Costa Concordia.

La grande nave piegata sugli scogli del Giglio e affondata per metà mentre il resto del mondo (Italia compresa) osserva incredulo la tragedia. Ora però abbiamo la possibilità di mostrare un'altra faccia dell'Italia. Con l'ingegno e l'alta tecnologia verrà portata a termine un'operazione mai concepita nella storia dei recuperi navali: il riposizionamento verticale del relitto e la successiva rimozione. Per centrare l'obiettivo e stupire il pianeta sono stati impiegati strumenti di ultima generazione che hanno permesso, dal giorno del naufragio a oggi, di controllare minuziosamente i movimenti della nave, verificare lo stato dello scafo e del fondale marino. Operazioni senza le quali una giornata come quella di ieri non sarebbe stata neppure concepibile.

Un esempio su tutti: in questi mesi è stato impiegato, sotto il coordinamento della Protezione civile, un sistema sonar di ultimissima generazione in grado di rilevare con altissima risoluzione tutto ciò che è immerso fino a 500 metri di profondità. Questo strumento è stato associato a un laser scanner terrestre per il rilievo della parte emersa, in modo tale di fornire un quadro completo della situazione. Ma le eccellenze italiane non si fermano qui: Fincantieri, Trevi, la Rosetti di Ravenna, Cimolai di Udine, la toscana Gas&Heat, l'emiliana Fagioli, la spezzina Nuova Olmec hanno contribuito, a vario titolo, alla maxi operazione andata in scena, ieri, al Giglio.

Il naufragio della Costa Concordia, per le circostanze nelle quali è avvenuto, ha fatto scalpore. La rotazione, la rimessa in asse e la rimozione del relitto, se tutto andrà a buon fine, faranno la storia dell'ingegneria navale. E sarà una storia scritta dagli italiani. E forse permetterà anche di ritrovare i corpi delle due persone che ancora oggi risultano disperse.

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