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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2013 alle ore 10:09.

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Molto più gas del previsto. E in tempi più rapidi rispetto alle previsioni. Il ministro azero dell'Energia, Natig Aliyev, è ottimista. Le potenzialità dell'Azerbaijan, precisa, sono molto promettenti. È una buona notizia per l'Europa, che da anni vede nel gas azero un canale di approvvigionamento strategico per alleviare la sua dipendenza energetica dalla Russia.

Alla luce delle nuove scoperte nel Mar Caspio quali sono le vostre stime sulla produzione di gas naturale per i prossimi anni?
La nostra attuale produzione di gas è pari a 27 miliardi di metri cubi (bcm). Alla fine del 2018 inizierà l'export da Shah Deniz II, a pieno regime 16 miliardi di metri cubi: 6 andranno in Turchia, gli altri 10 saranno destinati al mercato europeo attraverso il gasdotto Trans Adriatic pipeline (Tap) che arriverà sulle coste italiane. Ma questa è una stima improntata al pessimismo. Da Shah Deniz II ci attendiamo 20 bcm l'anno. Credo che nel 2020, al più tardi nel 2025, l'Azerbaijan sarà in grado di produrre più di 40 miliardi di metri cubi l'anno. Se poi consideriamo gli altri interessati giacimenti in via di sviluppo, tra cui Absheron e Umid, siamo sicuri che che in futuro il volume di gas estratto sarà ancora maggiore. Gas disponibile per i mercati dei Paesi europei, se lo desidereranno.

Alla fine ha vinto il progetto Tap, il gasdotto che approderà sulle coste italiane dopo esse passato per Grecia e Albania. La sua capacità potrebbe essere raddoppiata e ed eventualmente assorbire una parte dei vostri aumenti produttivi. Possiamo dire che il progetto concorrente Nabucco West sia definitivamente tramontato?
Non direi. Dopo un'attenta selezione ci siamo trovati davanti a due validi progetti. Abbia scelto questa rotta per esportare il nostro gas in Europa perché il Tap si è rivelato più efficiente sotto diversi aspetti. Ma come dicevo siamo molti fiduciosi che in un futuro vicino ci sarà molto più gas disponibile. E non esiste solo il Tap. Se le condizioni di mercato lo consentiranno, e se i consumi dell'Europa orientale cresceranno, il Nabucco West sarà ancora in corsa. Non è affatto morto.

L'Azerbaijan si candida così come hub energetico in una regione strategica, il Caucaso, ma non solo.
Nel 1993 producevamo 9 milioni di tonnellate di greggio nel 2010 siamo arrivati a 52. recentemente siamo divenuti anche esportatori di gas. I progressi degli ultimi 20 anni ci hanno permesso di fornire la sicurezza energetica per la Georgia, dove esportiamo anche elettricità, e la Turchia. L'Azerbaijan sta svolgendo un ruolo strategico che lo porta a consolidare il processo di integrazione della sua economia con quella europea. Grazie anche ai giacimenti di Absheron (400 bcm) e di Umid (350 bcm) le nostre riserve sono salite a 2,6 miliardi di metri cubi. Un quantitativo che ci consente di divenire un potenziale fornitore di gas naturale non solo per il mercato europeo ma anche per l'Asia. Tutto dipenderà dalla domanda.

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