Capsule Thales Alenia da Torino allo spazio

C'è tutto l'orgoglio silenzioso per avere portato in America, a quasi cinquanta anni dal lancio del primo satellite italiano San Marco di Luigi Broglio, un pezzo di eccellenza tecnologica italiana, quella delle capsule e dei moduli pressurizzati. Eppure Luigi Quaglino, responsabile del dominio Esplorazione e scienza di Thales Alenia Space (la joint ventures tra la francese Thales e Finmeccanica) e il direttore dei programmi di Trasporto, Roberto Provera, non riescono proprio a trattenere un liberatorio moto di felicità nel momento in cui i potenti motori di vecchia generazione russa del razzo vettore Antares sulla costa atlantica della Virginia lanciano nello spazio alle 16 e 57 di ieri ora italiana il nuovo modulo Pcm (Pressurized cargo module) Cygnus realizzato tutto a Torino in corso Marche.

Produzione realizzata per conto dell'americana Orbital Science Corporation che, avvalendosi del know how italiano, si è aggiudicata con successo una difficile gara internazionale della Nasa per le nuove capsule cargo che sostituiranno i vecchi moduli logistici Mplm (anche quelli realizzati a Torino) lanciati con gli Shuttle da Cape Canaveral fino al 2011, data dell'ultimo volo dell'Endeavour. Da qui al 2016 nove moduli Cygnus dovranno rifornire insieme ai moduli giapponesi Htv e a quelli russi Progress con cibo, materiali e attrezzature scientifiche la stazione spaziale internazionale dove si trovano attualmente sei astronauti tra cui il maggiore dell'Aeronautica italiana Luca Parmitano, in orbita per la missione di lunga durata "Volare". Toccherà proprio a quest'ultimo manovrare domenica prossima 22 settembre il braccio robotico per l'avvicinamento e poi l'aggancio del modulo Cygnus alla stazione spaziale che nel primo volo sperimentale porterà un carico ridotto di 800 kg ma che già a partire dal prossimo volo previsto entro la fine dell'anno salirà a 2,7 tonnellate. L'apertura del portellone avverrà il 23 settembre; cominceranno quindi le operazioni di scarico ma Cygnus resterà agganciato alla stazione per almeno 30 giorni durante i quali verrà riempito con rifiuti e materiali usati che insieme alla capsula verrano lasciati bruciare all'impatto con l'atmosfera. Alla realizzazione dei moduli Cygnus (una commessa Nasa del valore di 200 milioni di Euro) a Torino lavorano complessivamente 120 tra ingegneri e tecnici.
Dopo aver lasciato il sito Thales Alenia Space di Torino nel 2011, il modulo è stato integrato da Orbital con un Modulo di Servizio (in pratica un motore) per formare il veicolo da trasporto Cygnus con il compito di effettuare la missione dimostrativa del programma NASA "Commercial Orbital Transportation Services". La navicella Cygnus impiegherà 5 giorni per trovare l'orbita giusta, venire catturata dal braccio robotico della Stazione Spaziale e agganciata alla porta Nadir del Nodo 2, altro elemento della stazione costruito da Thales Alenia Space. La missione sarà supportata a terra da un team congiunto Thales Alenia Space e Altec che risiederà nel Mission Support Center di Altec a Torino.

«Il successo di questo primo lancio – tiene a precisare Elisio Prette, presidente e amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia – conferma tutta la validità della tecnologia italiana in un settore d'avanguardia come quello spaziale e segna anche la continuità del nostro ruolo di principali attori nel campo delle infrastrutture spaziali».

Il responsabile del dominio Espolarazione e Scienza di Thales Alenia Space Quaglino rileva come il contratto Nasa premi gli sforzi e l'esperienza maturata in oltre quaranta anni di attività sui moduli pressurizzati fin dai tempi dello Space Lab. Un "esempio virtuoso", secondo Roberto Provera, per cui utilizzando bene gli investimenti in ricerca e tecnologia dell'Agenzia spaziale italiana e dell'Esa un'azienda come Thales riesce a diventare leader in un settore delicato come quello dei moduli dove gli astronauti vivono e lavorano.