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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2013 alle ore 06:53.

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Un'impresa da 230 milioni di utili

Chiude con un utile di 243 milioni il bilancio 2012 di Riva Acciaio, la holding controllata al 100% da Riva Forni Elettrici, alla quale fa capo il business siderurgico dei Riva nei prodotti «lunghi», oggi paralizzato dal provvedimento di sequestro della procura di Taranto. Il risultato netto, considerato il fatto che i ricavi delle vendite ammontano, nello stesso periodo, a 867,7 milioni di euro (in pesante flessione rispetto agli 1,046 miliardi dell'anno precedente) ha carattere di eccezionalità ed è diretta conseguenza delle numerose operazioni societarie orchestrate dal gruppo negli ultimi mesi per separare i due business dei lunghi (Forni Elettrici) e dei piani (Ilva).

La relazione sulla gestione allegata al bilancio 2012 di Riva Acciaio precisa che la scissione è finalizzata «a creare due gruppi operanti nei distinti settori, a consentire a ciascun settore di perseguire le migliori scelte strategiche, a potenziare le opportunità di crescita, a svilupparne l'autonomia e l'efficienza». Secondo alcuni osservatori, l'operazione potrebbe rispondere anche all'esigenza di separare i destini delle diverse società per proteggerle dai contraccolpi dell'inchiesta giudiziaria. Obiettivo peraltro non raggiunto. Dall'Ilva la procura pugliese infatti è arrivata fino ai laminatoi della Valcamonica ma le attività estere, per esempio (8 siti produttivi in Francia, 3 in Germania, 2 in Belgio, uno in Spagna e uno in Canada) sono oggi saldamente controllate dalla società di diritto lussemburghese Stahlbeteiligungen holding Sa, separata da Riva Acciaio. E sono molti, tra i clienti e i fornitori, a giurare che i Riva starebbero vagliando la possibilità di abbandonare al loro destino le attività italiane, spostando le produzioni sugli impianti esteri.

Il consistente risultato netto raggiunto l'anno scorso dalla holding che gestisce le attività elettrosiderurgiche italiane dei Riva deriva proprio dalle operazioni che hanno consentito questa distinzione tra i diversi filoni d'attività. Come si evince dalla lettura della relazione sulla gestione di Riva Acciaio, nel corso dell'anno è stata deliberata la scissione della partecipazione detenuta nella collegata Stahlbeteiligungen holding (in cui si trovano le partecipazioni estere), a beneficio della controllante Riva Fire spa (che a sua volta, per un'operazione di scissione ha trasferito a Riva Forni Elettrici l'intera partecipazione detenuta in Riva Acciaio). Prima che questa scissione fosse efficace, Riva Acciaio ha incassato dalla collegata un dividendo per 256,250 milioni. Grazie a questa componente straordinaria, la società ha potuto chiudere con un cospicuo utile un conto economico che, guardando alla sola gestione industriale, evidenzia invece un risultato negativo di 8,6 miloni di euro, a fronte di un valore della produzione di 867,7 milioni e costi pari a 921,6 milioni. L'ebitda è comunque positivo per 22,3 milioni di euro, ridotto di un terzo, però, rispetto ai 62,4 milioni dell'anno precedente. Il patrimonio netto della società ammonta a 456 milioni: nel corso dell'esercizio il livello di copertura delle immobilizzazioni con mezzi propri è migliorato, passando da 0,87 a 1,76; l'indice di indebitamento complessivo è sceso da 1,38 a 0,43.

Per il resto, Riva Acciaio nel 2012 ha avviato nuovi investimenti relativi al miglioramento degli impianti, all'adeguamento alle nuove norme in tema di sicurezza dell'ambiente di lavoro, di ecologia e di logistica. La spesa impegnata è stata di 37 milioni e ha riguardato tutti i siti produttivi: Caronno Perusella, Lesegno, Verona, Annone Brianza, Sellero, Malegno e Cerveno. Gli approvvigionamenti di rottame per gli stabilimenti sono stati pari a circa 1,567 milioni di tonnellate, in calo del 7% rispetto al 2011 (e con prezzi, segnalano gli amministratori nella relazione, mediamente diminuiti del 9 per cento). La produzione totale di acciaio ha subito una diminuzione del 5%, in linea con l'andamento del mercato. In particolare, l'anno scorso le acciaierie hanno prodotto 1,557 milioni di billette. I prodotti lunghi lavorati dalle aziende del gruppo (billette laminate, laminati mercantili, profilati, tondo per cemento armato e vergella) sono stati pari a 1,375 milioni, mentre i prodotti a freddo (trafilati, pelati, rettificati, rete, filo trafilato) sono stati pari a 219mila tonnellate. Nel 2012 Riva Acciaio ha spedito quasi 1,5 milioni di tonnellate di prodotti finiti, di cui solo il 10% sui mercati esteri, principalmente nel bacino comunitario.

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