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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2013 alle ore 08:43.

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MILANO
Stop da Federalimentare e dai produttori europei ai semafori britannici. Le etichette alimentari "a semaforo" (verde, giallo e rosso) adottate da Londra non piacciono: le ritengono discriminatorie e fuorvianti, capaci di scoraggiare l'acquisto di molti prodotti tradizionali europei. Per l'Italia sono a rischio soprattutto i prodotti lattiero caseari, ma anche prelibatezze come il prosciutto, la pasta o l'olio di oliva.
Gli industriali si appellano a Bruxelles per evitare il paradosso che i produttori debbano certificare l'insalubrità del proprio prodotto apponendo un bollino rosso per poter entrare nella catene commerciali britanniche.
Sulle etichette del Regno Unito il verde segnala che il prodotto alimentare contiene un ingrediente "sano" e il rosso un componente "pericoloso". I produttori europei si dicono contrari alla proposta del Dipartimento della salute inglese per l'introduzione di questo nuovo sistema che implica l'utilizzo di un codice a colori "Traffic light", dell'indicazione dei consumi di riferimento giornalieri e della dicitura alto/medio/basso con riferimento alla quantità di sale, zuccheri e grassi presenti nei prodotti alimentari.
Le autorità britanniche ritengono in questo modo di contrastare una situazione che vede il 60% degli adulti e il 33% dei bambini in sovrappeso. Per l'industria italiana, invece, si vanno a colpire in modo significativo prodotti che la Gran Bretagna importa dall'Italia per 800 milioni di euro.
Gli industriali del settore sostengono che l'introduzione dell'etichettatura con i semafori erigerebbe una barriera contro la libera circolazione delle merci. L'iniziativa avviata oltre Manica, inoltre, avrebbe ripercussioni negative per la commercializzazione di alcune categorie di prodotti agro-alimentari, tra i quali i formaggi, i salumi, i prodotti dolciari e le marmellate che, secondo le nuove disposizioni del dipartimento inglese, rientrerebbero nel gruppo identificato con il colore rosso.
Federalimentare sottolinea che con questa metodologia semplicistica «si colpiscono i prodotti tradizionali più noti, compresi marchi e dop. Per esempio, il Parmigiano reggiano, la mozzarella, il prosciutto, l'olio di oliva, la pasta ripiena i prodotti dolciari: verrebbero etichettati con un bollino rosso a causa del contenuto di sale o zuccheri o di grassi».
Secondo Federalimentare il messaggio «che proviamo a diffondere è che una classificazione di singoli alimenti e bevande, come cibi "buoni" o "cattivi" in sè è fuorviante: non ci stancheremo mai di affermare che esistono soltanto diete più o meno corrette, a seconda di come i diversi alimenti vengono combinati nell'arco di una settimana o di un mese».
Il fronte del rifiuto dell'etichetta a semafori è avversata in Italia anche da Confagricoltura, Coldiretti, Assica, Assolatte, Aidepi e in Europa da Clitravi (trasformatori di carne), Eda (lattiero caseari).
e.scarci@ilsole24ore.com
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