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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2013 alle ore 06:52.

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SHANGHAI. Dal nostro inviato
Giacomo Bove è responsabile dello stabilimento della Ponzini health and beauty high tech a Suzhou. Come corresponsabile anche del Suzhou working group ha acquisito un doppio punto di vista sulla realtà cinese che, però, per certi aspetti finisce per portare alle stesse, identiche considerazioni.
Perché è di sicuro un elemento di cui ha dovuto tenere conto prima di tutto come manager. E quindi: occhio alle risorse umane. Qui non è un elemento secondario per chi vuol fare impresa.
«C'è un aspetto sul quale vorrei sottolineare la necessità di essere preparati per chi viene qui – dice Giacomo Bove – ed è sicuramente il profilo delle risorse umane. Qui in Cina si è verificata un'evoluzione significativa che non può essere ignorata, o peggio presa sotto gamba. Parlo del trattamento dei dipendenti, sia operai, sia impiegati. In più qui a Suzhou il governo locale ha aggiunto ulteriori aspetti, perché ovviamente può farlo, nell'ambito dell'autonomia locale, ha aggiunto una quota in più di welfare, il che ha sicuramente fatto lievitare il costo di un buon 40% del salario di un operaio che va in contributi e sanità».
Il che non è un male, ovviamente. Le aziende italiane che hanno scelto Suzhou non sono in fuga dal costo del lavoro in sé. Sono venute qui per radicarsi e servire il mercato locale con produzioni avanzate tecnologicamente. «No, certamente il costo del lavoro non è un elemento – dice Bove – però bisogna essere tecnicamente preparati a gestire queste risorse. Ad esempio, la normativa sugli straordinari. Ovvio che per loro li farebbero, gli straordinari, ma qui è un dato di fatto è stato posto un tetto e ci sono regole da rispettare. E allora sta ad ogni singola azienda capire cosa conviene fare in concreto e soprattutto rendersi conto che se non si risolve bene questo aspetto è molto difficile aver successo in Cina. Anni e anni fa, quando la Cina era una frontiera sconosciuta, tutto questo poteva anche essere irrilevante. Ma adesso, non più».
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