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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2013 alle ore 06:59.

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VERONA
Le vendite all'estero si confermano il punto di forza del settore marmo-lapideo italiano, che da oggi si ritrova al Marmomacc di Verona, 48° edizione. Un comparto fra i più specializzati del made in Italy manifatturiero, che conta 3.375 imprese, circa 35mila addetti e 3,8 miliardi di fatturato, con un export complessivo (prodotti lavorati, grezzi, macchinari e tecnologie) nei primi sei mesi del 2013 di quasi 1,4 miliardi. A crescere (+7% nel primo semestre) sono soprattutto materiali grezzi e lavorati, mentre la leggera frenata (-3,5%) delle tecnologie, peraltro attesa dagli operatori, lascia sperare in un recupero nella seconda metà dell'anno, e fa comunque segnare un +22,4% delle esportazioni verso il continente americano, un mercato che era stato fra i primi a mostrare i segni della recessione.
Numeri che nascondono quello che Fabio Marabelli, presidente onorario Confindustria Marmomacchine, definisce «un gioco di vasi comunicanti: fra mille difficoltà il comparto è riuscito a controbilanciare il calo della domanda legato alla domanda interna, ma anche a quei Paesi, dall'Egitto alla Siria, dove sono in atto crisi politiche ed economiche. Il fatto di operare in oltre 130 nazioni ci offre la possibilità di compensare».
E se è dall'estero che arrivano le migliori opportunità per le aziende del settore, a Verona fa tappa anche Sace: «Puntare su nuovi mercati a elevato potenziale è una scelta obbligata per controbilanciare la debolezza della domanda europea – spiega Simonetta Acri, direttore Rete Italia di Sace –. Noi siamo al fianco delle imprese italiane per sviluppare insieme questi percorsi di crescita e rendere più competitiva la loro offerta, grazie a condizioni di pagamento vantaggiose e alla possibilità di scontare i crediti per accelerarne l'incasso. I nostri strumenti aiutano le imprese a internazionalizzarsi e a rafforzare la propria competitività, consentono di gestire al meglio i crediti, ottenere più facilmente finanziamenti, ridurre i rischi di mancato pagamento e muoversi in sicurezza nei nuovi mercati».
Sul settore pesano, oltre alle incertezze dal panorama mondiale, problemi tutti italiani: «A cominciare dalla burocrazia – denuncia Carlo Zerlia, presidente Confindustria Marmomacchine –. Di semplificazione tutti parlano, ma nessuno la realizza».
A Marmomacc si attendono 44 delegazioni commerciali ufficiali da altrettanti Paesi, più di 1.400 aziende espositrici da 60 Paesi e oltre 50mila operatori, contractor, buyer, architetti, designer, da 130 nazioni; da segnalare le new entry Singapore, Slovenia e Irlanda. «Si tratta di risultati positivi al servizio di una filiera tra le eccellenze del sistema industriale italiano – sottolinea il presidente di Veronafiere Ettore Riello –. Le fiere a carattere internazionale producono affari, per le aziende presenti, per un volume pari al 15% del totale annuo delle esportazioni italiane. È un asset indispensabile alla politica industriale del Paese, come insegnano i nostri vicini tedeschi». Una fiera ad alta tecnologia, con le app che integrano un'agenda digitale per fissare incontri e appuntamenti fra operatori, e che non si conclude in pochi giorni: il format Marmomacc prosegue durante l'anno con una serie di eventi all'estero, dal Brasile al Medio Oriente, e con iniziative come la Stone academy, che mette in rete 20 università italiane ed estere, professionisti ed istituzioni, per attività di ricerca e formazione legate all'utilizzo della pietra in architettura.
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I NUMERI
3.375
Imprese
Il comparto occupa circa 35mila addetti e genera 3,8 miliardi di fatturato, con un export complessivo (prodotti lavorati, grezzi, macchinari e tecnologie) nei primi sei mesi del 2013 di quasi 1,4 miliardi
48a
Edizione
Marmomacc si apre oggi alla fiera di Verona: alle 10.30 il taglio del nastro con il viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il presidente della Provincia di Verona Giovanni Miozzi, il sindaco Flavio Tosi, il presidente di Veronafiere Ettore Riello e il dg Giovanni Mantovani

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