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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2013 alle ore 08:40.

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GENOVA - Dopo un'apertura del 53° Salone nautico - mercoledì scorso - orfana del presidente del consiglio (Enrico Letta, che aveva promesso di essere presente, è stato trattenuto a Roma dalla crisi di governo, poi rientrata) ieri la kermesse genovese è stata teatro dell'ennesima ammissione di colpa della politica nei confronti della nautica. Nonché della promessa di una nuova legge per il settore, per cambiare le regole anche in tema di controlli.

L'anno scorso, l'ex viceministro delle Infrastrutture e trasporti, Mario Ciaccia, aveva ammesso l'errore del governo Monti, del quale era esponente, nell'ideare una tassa di stazionamento per gli yacht, poi corretta in tassa di possesso, ma solo dopo sei mesi di incertezza e con la fuga all'estero di migliaia di barche.

Ieri il ministro in carica dello stesso dicastero, Maurizio Lupi, in visita al Salone, ha rincarato la dose: «Il settore della nautica - ha detto - è da sempre eccellente e, quando si fanno degli errori, bisogna riconoscere che si è sbagliato. In questi anni abbiamo messo il comparto in ginocchio e dobbiamo, tutti insieme, dare un segnale forte: le imprese, che lo stanno dando, perché questo è il Salone del coraggio, e poi la politica e le istituzioni». Proprio queste ultime, aggiunge Lupi, devono dimostrare di avere «a cuore una sola cosa: tornare ad agire perché le imprese tornino, a loro volta, a essere protagoniste».

Il ministro ha aggiunto che l'esecutivo guidato da Letta ha «voluto dare segnali importanti e la visita al Salone, del direttore dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera (avvenuta giovedì, ndr), è già un segnale importante. Ma ora con la presidenza del consiglio e i ministri dell'Interno e dell'Economia stiamo firmando un protocollo d'intesa che anticipa i contenuti della legge delega sulla nautica. Un documento che dirà che i controlli si faranno una sola volta. Basta verifiche a ripetizione». Lupi ha chiarito, poi, che il protocollo prevederà che «chi viene in Italia con una barca, di qualunque dimensione, sia bene accolto. È g giusto, ovviamente, pagare le tasse ma non si può criminalizzare, nell'ambito dei controlli, un intero settore. Questo sarà il primo segnale forte che daremo nelle prossime settimane».

L'obiettivo del Governo, ha proseguito il ministro, «è di sostituire la parola rigore con la parola crescita. Non a caso, nel decreto del Fare è arrivato un segnale fondamentale: per la prima volta c'é un articolo esplicito sulla nautica, che è un settore trainante del nostro Paese. E questo dovrà avere delle conseguenze. Stiamo studiando misure, all'interno della rivisitazione complessiva dell'Iva, per vedere, ad esempio, come si possano rende re g omogenee le aliquote per le soste nei porti, rispetto al turismo e agli alberghi. Valuteremo anche le incentivazioni. La cosa importante è iniziare a dare dei segnali. E i primi segnali ci sono: il decreto del Fare e la legge delega sulla nautica».

Lupi ha poi aggiunto che «con il voto di fiducia, abbiamo detto che il Governo deve avere stabilità e che la scadenza minima è g marzo 2015. Abbiamo, quindi, già i tempi: noi vorremmo tornare al prossimo Salone nautico dicendo che l'Italia si è ripresa, che siamo orgogliosi di essere italiani, nel nostro Paese e nel mondo, e che questo settore è tornato a crescere».

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