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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2013 alle ore 08:41.

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«Una raffica di aumenti in pochi mesi che provocherà uno choc, non solo sul consumatore ma anche sulle aziende. Alla fine è probabile che anziché aumentare il gettito delle accise si riduca»: Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini è duro ma chiaro.

«Ho l'impressione – dice – che non ci si renda conto di come funzioni un'azienda. Non possono seppellirci sotto una montagna di adempimenti fiscali lunghi e costosi: alla faccia della semplificazione amministrativa. Abbiamo appena terminato di adeguare i sistemi informatici all'aumento dell'Iva dal 21 al 22% che stanno per scattare le accise previste dal decreto Cultura e dal decreto Scuola: il 10 ottobre e in seguito le nuove aliquote». Poi lamenta il mancato coordinamento dei due decreti legge che ha generato una situazione difficile, complicata dalla crisi di governo, all'ultimo scongiurata. Ma non si tratta solo di questo. «Ci vuole tempo per rivedere i listini – sostiene Gancia – e rinegoziare i contratti con il trade».

I produttori vinicoli contestano oltre che l'entità anche la frequenza ravvicinata degli aumenti delle accise. È vero però che fino a oggi il vino ha vissuto in una zona franca, senza accise. Pagano soltanto le materie vinose e quindi vermouth, grappa, marsala, porto. «Si è vero – ammette il presidente di Federvini – Altri governi avevano provato a imporre un'accisa, ma, alla fine, avevano desistito. Il governo Letta sembra riuscirci ma il risultato sarà deludente: il gettito si ridurrà».

Del resto il quadro generale è critico: i consumi pro capite di alcol (vino, prodotti intermedi e superalcolici) sono da molti anni in contrazione. Compresi nel 2013: nel primo semestre, secondo i dati di Ismea/Eurisko, i volumi venduti sono calati del 6,9% mentre il valore è cresciuto del 3,6% (sono stati ritoccati i listini).

«Accise e Iva – osserva Gancia – alla fine le pagano il consumatore. Si mettono in pericolo anche le vendite di Natale. Ma soffre in particolare l'Horeca, sarebbe a dire i consumi fuori casa. L'erosione del reddito delle famiglie ha colpito i consumi in bar, ristoranti, alberghi. Qualcosa è rientrato in casa con maggiori acquisti nella grande distribuzione ma il saldo finale è nettamente negativo».

Quale la vostra proposta? «Innanzitutto – conclude Gancia – la nostra è stata una risposta di sistema: Federvini si è mossa insieme ad AssoBirra e Assodistil. Bisogna alleggerire gli aumenti dell'accisa: stiamo cercando di farli ragionare invitandoli a sedersi con noi, ma i tempi sono stretti». (E. Sc.)
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