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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2013 alle ore 08:52.


MILANO
Il sistema dei confidi sotto la lente di ingrandimento dimostra di riuscire a reggere, anche se con una certa difficoltà. Durante il convegno «Confidi, quale futuro», tenutosi lo scorso 4 ottobre, sono stati forniti diversi numeri che fotografano lo stato dei confidi in questo periodo, certamente non facile per le forme di accesso al credito destinate alle imprese. Numeri raccolti in una ricerca curata da Fondazione Rosselli in collaborazione con Gruppo Impresa, UniCredit, Università degli Studi di Torino e patrocinata dalla Camera di Commercio di Milano.
I 53 confidi di primo grado, nel corso del 2012, hanno posto in essere 14,4 miliardi di euro di garanzie a favore di 720mila imprese associate. Il portafoglio rischi dei confidi vigilati al 31 dicembre del 2012 è diminuito, in appena un anno, del 5,61%, comprimendosi quindi di 854 milioni di euro. Contemporaneamente, le posizioni deteriorate -quindi a rischio inesigibilità- sono salite di 522 milioni di euro (203 per le sofferenze e 319 per gli incagli), raggiungendo quindi la cifra record di 2,8 miliardi di euro (1,7 miliardi di sofferenze e 1,1 di incagli), pari quindi a quasi il 20% dello stock di garanzia.
D'altra parte, nel 2012 c'è stato anche un lieve incremento del capitale regolamentare, con una riduzione dell'attivo ponderato per il rischio creditizio. I due fenomeni hanno determinato congiuntamente un rafforzamento sia del patrimonio libero sia del coefficiente di solvibilità, che a livello medio supera il 13% e risulta in aumento di un punto percentuale rispetto all'anno precedente. Questo livello è decisamente soddisfacente visto che il limite minimo normativo è del 6%, L'anno passato si sono anche ridotti in maniera significativa i casi limite identificati da un coefficiente di solvibilità inferiore all'%, che sono passati da 12 a 5. E, contemporaneamente, sono anche aumentati - da 12 a 18 - i confidi "superpatrimonializzati", con un coefficiente superiore al 15%.
Tuttavia, il sistema dei confidi non appare in grado di assorbire da solo tutte le escussioni potenzialmente legate a posizioni creditorie deteriorate. Infatti, a fine dell'anno scorso si è registrato un aggravamento del quadro rispetto a dicembre del 2011, con un tasso di consumo delle risorse utilizzabili che risulta in continuo peggioramento rispetto al 2009 (dal 70% quell'anno al 127% del 2012). Perciò il totale delle partite problematiche è più che raddoppiato, e a fine 2012 ha raggiunto appunto la cifra record di 2,8 miliardi di euro.
Una situazione quindi in chiaroscuro, che ha suggerito a Marco Nicolai, direttore scientifico dell'Istituto per la finanza innovativa pubblica di Fondazione Rosselli, questo commento: «Il razionamento del credito e il deficit strutturale del sistema della garanzia sono problemi più evidenti negli operatori di dimensione maggiore. E' fondamentale una misura forte per affrontare il credit crunch, come una dotazione di almeno 5 miliardi del Fondo centrale di garanzia, che alimenterebbe 100 miliardi di finanziamenti».
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