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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2013 alle ore 08:52.

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GENOVA
Ha mostrato luci e ombre la 53° edizione del Salone nautico di Genova, che si conclude oggi dopo cinque giorni di apertura (contro i nove degli anni precedenti). Se il nuovo format della kermesse, più contenuta ma anche con una nuova suddivisione degli spazi e con più barche in acqua, ha convinto gli espositori, meno positivo è il giudizio sull'internazionalità dei visitatori e potenziali clienti. E le vendite non sono decollate. Tuttavia gli espositori sono concordi nel dire che il clima sembra cambiato rispetto al salone dell'anno scorso. Un'indicazione del fatto che il settore della nautica stia cominciando a vedere qualche bagliore di ripresa, dopo la crisi profonda che l'ha colpito dal 2009.
Benché ancora non ci siano dati definitivi né ufficiali rispetto all'affluenza, risulterebbe, nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì, un +10% di visitatori, rispetto alle stesse giornate del 2012. Di sicuro, comunque, l'affluenza è andata salendo, per raggiungere il picco ieri. Nei primi due giorni, in effetti, alcuni produttori di grandi yacht lamentavano un calo dei visitatori anche del 40%. Mentre per i produttori di piccole barche e le aziende di accessori la situazione è apparsa subito migliore. «Il nostro gruppo - afferma Ferruccio Rossi, alla guida di Ferretti - viene dai saloni di Cannes e Montecarlo, dove abbiamo avuto clienti esteri che erano già in un mood positivo l'anno scorso. E quest'anno sono venuti a firmare i contratti. In Italia, dove l'anno scorso il clima era negativo, ora si respira lo stessa aria che c'era nel 2012 ai saloni esteri. Insomma, c'è più speranza. E se il numero di visitatori, per noi, è stato analogo a quello dell'anno scorso, la loro qualità appare superiore. Perché sono tutti armatori che sono venuti non solo curiosare ma per parlare di una nuova barca. E stiamo cominciando di nuovo a vendere yacht in Italia". Secondo Rossi, infine, «è positiva la nuova formula del Salone».
Anche per Giovanna Vitelli, ai vertici di Azimut Benetti «questo format è molto migliore. Ma una domanda resta: visto che la nautica italiana è la numero uno al mondo, questo salone è il miglior modo possibile per rappresentarla? Non lo so. Di sicuro le ultime edizioni hanno avuto un carattere poco internazionale: il 90% dei nostri visitatori è italiano e, quest'anno, è mancata completamente la presenza estera. Occorre quindi trovare una ricetta per tornare all'internazionalità. In ogni caso, in questi giorni non abbiamo avuto solo contatti ma anche qualche chiusura di contratto».
Secondo Massimo Perotti, patron di Sanlorenzo, il nautico «è andato tutto sommato bene, considerato che l'anno scorso ci siamo chiesti se era il caso di farlo ancora. Certo sono mancati gli stranieri rispetto a quanto registrato a Cannes . Però le trattative ci sono e noi qui abbiamo venduto un 33 metri e contiamo, nel dopo salone, di firmare altri 3 o 4 contratti». Per Beniamino Gavio, alla guida di Baglietto «il bilancio di Genova è positivo, ma non si tratta di un salone adatto ai grandi yacht come i nostri».
Entusiasta della kermesse è Piero Formenti, a capo di Zar Formenti, che produce gommoni da 3,35 a 10 metri:. «Non vedevo tanta gente al Salone, di mercoledì e giovedì, dal 2009. E oltre ai clienti italiani, che tornano a chiedere i preventivi, abbiamo avuto visite dall'estero. Credo che tutto questo si debba anche al rallentamento del terrorismo fiscale nei porticcioli e ai recenti interventi a favore del settore del direttore delle Entrate, Attilio Befera».
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