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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2013 alle ore 08:53.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2013 alle ore 18:53.

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ROMA
Altro che sconti sulle bollette. Il ministro dello sviluppo Flavio Zanonato promette di stemperare i prezzi finali di luce e gas. E l'Autorità per l'energia mette in atto (e ci riesce) un nuovo sistema di calcolo degli aggiornamenti trimestrali per il metano che valgono un consolante -7% per il 2013. Peccato che a mitigare lo sconto, fino a quasi dimezzarlo, arrivi il solito protagonista del gioco: il prelievo fiscale e parafiscale. Sotto le sembianze di una voce aggiuntiva che già minato le tariffe dell'elettricità e che finora aveva lasciato sostanzialmente indenni quelle del gas. Colpa dei cosiddetti oneri di sistema.
La novità viene dal varo del conto termico per incentivare il calore generato con le energie verdi e la promozione della cogenerazione ad alto rendimento. Che «hanno portato e porteranno ad un preoccupante incremento delle componenti parafiscali definite dall'Autorità a copertura dei costi».
Il warning lo aveva lanciato la stessa autorità. E ora l'allarme arriva ufficialmente dall'Anigas, l'associazione confindustriale degli operatori del metano, in un'audizione alla commissione attività produttive della Camera.
«Negli ultimi 12 mesi – fa rilevare Anigas – le due componenti aggiuntive della bolletta RE e RET (le voci variabili della bolletta gas dedicate appunto a finanziare le misure per il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili) hanno subito un vero e proprio decollo.
In particolare la componente RE che grava sui consumatori finali allacciati alla rete di distribuzione del gas è aumentata nell'ultimo anno da 0,64 a 1,5 centesimi di euro al metro cubo (con un aumento di oltre l'1% della bolletta) mentre la componente RET a carico dei consumatori finali allacciati alla rete di trasporto del gas (industriali e produttori di elettricità da termoelettrico) è aumentata da 0,2 a circa 1,5 c€/mc (+647%). E ciò assorbe «buona parte delle riduzioni di costo della materia prima trasferite dai venditori ai clienti finali» rimarca Anigas.
Che fare? L'associazione confindustriale sollecita una riflessione ad ampio raggio sulla fiscalità energetica. Con «interventi che vadano a incidere sulla tassazione, ad esempio introducendo agevolazioni fiscali o ricorrendo alla fiscalità generale per sostenere determinate scelte in materia di politica energetica invece di introdurre nuovi oneri che gravano sulla bolletta del cliente finale». Ma non solo.
L'Anigas ne approfitta per rilanciare la richiesta di intervenire sul versante altrettanto critico e per la verità molto controverso. Ulteriore riduzione della platea dei cosiddetti clienti "di maggior tutela" nella fornitura di metano, ovvero quelli che sono prodotti tetti ancora oggi da un meccanismo di tariffe aggiornate dall'Authority simile a quello delle tariffe amministrate ante-liberalizzazione. Per contenere il prezzo dell'energia occorre andare - insiste Anigas - verso un'apertura completa del mercato «attraverso un definitivo superamento del prezzo regolato», con una tariffe di tutela «più selettiva».
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