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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2013 alle ore 08:41.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
Il commissario europeo all'Industria Antonio Tajani è stato in Brasile tra giovedì e venerdì per rafforzare la collaborazione con il paese latino-americano a un anno appena dai prossimi campionati mondiali di calcio che verranno seguiti nel 2016 dai giochi olimpici. Il Brasile sta attraversando un momento economico e sociale difficile, dopo il boom degli scorsi anni, e ha adottato negli ultimi mesi controverse misure protezionistiche criticate anche dalla stessa Commissione.
Tajani ha incontrato giovedì il ministro dello Sviluppo, dell'Industria e del commercio estero, Fernando Pimentel, il ministro dell'Educazione, Aloizio Mercadante, il ministro degli Esteri, Luiz Alberto Figueiredo. Ieri, il commissario all'Industria ha avuto colloqui anche con il presidente dell'agenzia per le infrastrutture e la logistica. Con i suoi interlocutori Tajani ha discusso di apertura dei mercati, di collaborazione nella ricerca e sviluppo, nelle materie prime, nel turismo e nell'industria.
«La visita è andata molto, molto bene – ha spiegato il commissario da Brasilia –. C'è evidente interesse qui in Brasile per il know-how europeo: dall'alta velocità alle infrastrutture, dallo spazio alla biotecnologia. Ci sono grande opportunità in questo paese per l'economia europea». Il momento è particolarmente interessante. Non solo a causa degli avvenimenti sportivi del 2014 e del 2016, ma anche per via di un rapporto sempre difficile con gli Stati Uniti di cui l'Europa potrebbe approfittare.
Tajani è stato in Brasile con un gruppo di imprenditori europei. Della delegazione hanno fatto parte tra gli altri Alstom, Fiat, Finmeccanica, L'Oréal, Shell e Telefonica. Il viaggio è stato preparatorio al vertice Europa-Brasile che si terrà nel febbraio 2014. Il paese latino-americano è un importante partner economico e commerciale per l'Unione Europea. Oltre il 18% dell'export del Brasile è destinato all'Europa che, a sua volta, rappresenta il 20% dell'import nel mercato brasiliano.
Il 90% delle esportazioni europee verso il paese sudamericano si concentra nei settori manifatturieri dell'auto, del trasporto aereo, dei prodotti chimici e dei macchinari. Il Brasile è stato teatro all'inizio dell'anno di gravi scontri sociali. L'economia è cresciuta molto in questi anni, ma pur rafforzando la classe media ha creato disagio e insofferenza in una parte della popolazione, anche per via di un welfare che lascia a desiderare. Nel contempo, Brasilia ha introdotto misure protezionistiche.
In un rapporto della Commissione pubblicato in settembre, emerge che il Brasile è tra i paesi emergenti che più ha adottato misure restrittive al libero commercio. Con il Plano Brasil Maior, per esempio, il governo brasiliano vuole promuovere l'industria locale. Nel frattempo, Unione Europea e Mercosur stanno trattando un possibile accordo di libero scambio. Il tema però è controverso. Non tutti i paesi del Mercosur - in particolare Argentina e Venezuela - sono favorevoli a questa intesa.
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