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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2013 alle ore 06:48.

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BRESCIA. Dal nostro inviato
Sopravvive chi punta sulla specializzazione. L'isola felice tra i cluster analizzati da Siderweb sembra essere quella dei produttori di lingotti destinati alle forge, spinti dalle richieste dal settore energia e Oil & gas. Pochi gli operatori sul mercato italiano, che resistono grazie allo stato di salute della filiera di riferimento, che sta rallentando rispetto agli anni passati, ma che non ha subito crolli verticali come nel caso dell'industria del bianco o dell'edilizia.
Tra questi l'Aso siderurgica di Ospitaletto (Bs) che nel 2012 ha visto i ricavi passare da 138,5 milioni a 166 milioni. «Il quadro della filiera è peggiorato nel corso del 2013», lamenta però Francesco Uberto, uno dei consiglieri delegati dell'azienda. «Galleggiamo – aggiunge – e anche i nostri concorrenti non se la passano bene. In questi mesi c'è stato un crollo della marginalità, anche perché i nostri utilizzatori finali, stanno rivedendo i loro piani di investimento».
Tra le aziende che producono un acciaio non-commodity c'è anche la Ori Martin, di Brescia. «Gli acciai speciali – spiega Franco Polotti, presidente dell'azienda, che nel 2012 ha mantenuto un utile a doppia cifra a fronte di 385 milioni di ricavi – reggono meglio, perché la qualità permette un rapporto più stabile con la clientela. Noi in particolare abbiamo puntato su una politica di equilibrio finanziario che, unità alla flessibilità della produzione, ci sta dando buoni risultati».
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166 milioni Il business della Aso siderurgica Giro d'affari in aumento rispetto ai 138,5 milioni del 2011

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