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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2013 alle ore 08:58.

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CERNOBBIO. Dal nostro inviato
Dopo l'approvazione della Pac via in Italia al tavolo ministeriale delle associazioni agricole e delle cooperative che dovrà determinare i criteri di distribuzione delle risorse. Dalle scelte nazionali dipende la destinazione di oltre metà dell'intero budget che ammonta a oltre 4 miliardi. Bisogna decidere in che misura redistribuire i premi tra settori produttivi e, dato centrale, se limitarne l'erogazione alla figura dell'"agricoltore attivo". Va poi verificata l'incidenza dei nuovi vincoli ambientali sulla diversificazione, l'equilibrio finanziario tra aiuti diretti e sviluppo rurale e, infine, bisognerà decidere se applicare o meno il tetto agli aiuti. Spagna, Germania e Francia hanno già definito tutto.
«La Pac alla fine – ha detto ieri Sergio Marini, presidente di Coldiretti, nel corso del 13° Forum dell'agricoltura e dell'alimentazione – è migliore della proposta iniziale di Ciolos. Tuttavia ora si devono scegliere i criteri distributivi delle risorse: noi rispetteremo l'accordo firmato il 17 novembre del 2011. Speriamo facciano lo stesso anche le altre organizzazioni».
Dall'organizzazione di Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, dicono invece che le nuove norme Pac rimettono in discussione l'accordo firmato dalle organizzazioni nel 2011. Il focus è su "quanto" debba essere attivo un agricoltore per percepire gli aiuti.
Braccio di ferro al tavolo ministeriale? «No – nega Pietro Sandali, capo dell'area economica di Coldiretti e delegato al tavolo ministeriale per la Pac – i colloqui sono iniziati da una decina di giorni e ci rivedremo la prossima settimana: è un normale confronto alla fine del quale ci dovrà essere un accordo. La Ue ci ha forniti tutti gli strumenti per arrivarci, sarebbe strano non raggiungere l'obiettivo entro la scadenza del luglio 2014». Poi Sandali ribadisce che per «Coldiretti è valido il documento firmato due anni fa: il confronto con le altre organizzazioni dovrà stabilire a che altezza dovrà fermarsi l'asticella degli aiuti. Per Coldiretti non vanno concessi aiuti per chi l'agricoltura non è l'attività prevalente». Il tavolo ministeriale dovrà individuare anche le modalità dei "pagamenti accoppiati", che valgono 450 milioni.
Ma quale potrebbe essere la platea di riferimento dell'agricoltore attivo? Le regole Ue permetterebbero di individuare tra le 400mila e le 450mila imprese, un numero che aumenterà per le deroghe che gli Stati membri dovranno individuare. «Non diciamo – osserva Sandali – che si debba individuare dall'estrazione degli iscritti alle camere di commercio o dagli iscritti all'Inps, ma è inaccettabile che si allarghi troppo la platea dei beneficiari. Perché poi bisognerebbe andare nelle campagne e spiegare perchè gli aiuti ci saranno nel 2013 ma non nel 2019».
@scarci
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