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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2013 alle ore 12:45.

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Male lo scorso anno. Ancora giù nel 2013. Per la meccanica italiana la ripresa resta lontana e quasi tutti i settori rappresentati, a eccezione delle tecnologie alimentari, chiuderanno l'esercizio in calo. I dati comunicati dalla federazione di categoria Anima in occasione dell'assemblea annuale, vedono una produzione scesa lo scorso anno a 40,2 miliardi, un calo dell'1,9% legato soprattutto alla caduta del mercato interno. La crescita di oltre un punto dell'export, arrivato a valere quasi il 60% della produzione, non è stata infatti sufficiente per arginare il calo di quasi sei punti per la domanda interna, con la produzione legata a quest'area scesa a 17,2 miliardi, uno in meno rispetto all'anno precedente.

Scenario che si ripete, pur se in modo meno marcato, anche nel 2013, con un calo della produzione stimato nell'ordine dello 0,6%, in presenza di un export in crescita dell'1,1% e di una domanda interna ancora in frenata.

«La crisi - spiega il presidente di Anima Sandro Bonomi - sta impoverendo il settore manifatturiero, che non può più contare sul mercato interno. Della Legge di Stabilità riconosco il buon metodo ma confermo che ora abbiamo bisogno di riempire questa piattaforma di contenuti di immediata applicazione e di investimenti più consistenti».
Il ritorno alla crescita, nella ricetta proposta dalla meccanica italiana, prevede tagli al costo dell'energia, sostegno (e applicazione concreta) alla nuova legge Sabbatini per l'acquisto di macchinari, sgravi fiscali per chi investe in innovazione, vincoli minimi di efficienza e risparmio energetico per la sostituzione e manutenzione degli impianti, a partire da quelli della Pa, sburocratizzazione nel campo delle infrastrutture, stop all'affidamento degli appalti seguendo la sola logica del prezzo più basso.

«Molti di questi ingredienti sono a costo zero - aggiunge Bonomi -, qualunque imprenditore sottoscriverebbe queste misure per la sua azienda, qualunque padre lo farebbe per la propria famiglia, è il momento per lo Stato di farlo per tutti noi».

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