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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2013 alle ore 18:43.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2013 alle ore 20:37.

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I piccoli comuni, alla canna del gas per le risorse sempre più ridotte all'osso, costretti a guardare alle aliquote della futura Tasi per rimpinguare le proprie casse, non ci stanno più al ruolo di "esattori" che tartassano cittadini e imprese, senza peraltro che si avvertano effetti apprezzabili sui conti pubblici. Così rilanciano, proponendo l'istituzione dell'Agenzia delle uscite, accanto alla ben nota Agenzia delle entrate. L'iniziativa parte da Gattinara, comune in provincia di Vercelli, dove è stata pensata dal sindaco Daniele Baglione e dall'assessore al Bilancio, Mario Rovetti, che non a caso è un commercialista.

La proposta.
«Non è una provocazione - assicura il sindaco -. L'Agenzia delle entrate continua a versare acqua nella vasca dei conti pubblici attingendo dai cittadini. Ma la vasca è bucata! Per tanta acqua che entra, altrettanta viene sprecata. Occorre allora che sia costituita una Agenzia delle uscite, per verificare insieme alla Corte dei Conti, la qualità della spesa pubblica: si troverebbero sprechi ovunque». Per dimostrare che non si tratta di una boutade, Rovetti precisa: «Per evitare che la nuova Agenzia sia essa stessa un costo e l'ennesimo carrozzone italiano, si potrebbe, o dovrebbe, affidarne le funzioni ai Comuni, che rappresentano la massima articolazione sul territorio». Insomma, secondo i promotori, basterebbe poco: deleghe precise e facoltà di intervento: «Per esempio - aggiunge Rovetti - potremmo verificare quanto spende una delle nostre Asl per l'acquisto di siringhe e altri strumenti e se i prezzi sono congrui». Ma il monitoraggio dovrebbe essere a 360 gradi, comprendendo anche altri uffici territoriali: dalle commissioni tributarie in giù, verificandone le spese non solo per gli acquisti di materiali ma anche quelle relative ad affitti di locali, incarichi, consulenze, ecc.

Adesione ampia.
L'amministrazione di Gattinara ha promosso un incontro con numerosi comuni delle province di Vercelli, Biella e Novara, ai quali è stato presentato un documento con dodici proposte: la risposta non si è fatta attendere e a oggi hanno aderito all'iniziativa oltre 40 sindaci che rappresentano più di 100mila cittadini. «Il documento - sottolinea Baglione - è stato inviato anche all'Anci in occasione della 30a Assemblea annuale, e a decine di altri comuni italiani chiedendone la condivisione e il sostegno, in modo da arrivare a rappresentare un numero di cittadini così elevato da non poter non essere ascoltati».

Confindustria solidale.
Daniele Baglione ha inviato la proposta dettagliata a numerosi rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria: dai rappresentanti del Governo, ai vertici dell'Anci, fino a Confindustria. Proprio l'associazione che rappresenta le imprese italiane è stata tra le prime a rispondere: «Apprezzo e condivido molte delle proposte avanzate nel documento» scrive nella sua risposta Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria per le Reti d'impresa: «Soprattutto per quanto riguarda l'Agenzia delle uscite, la riduzione della pressione fiscale su imprese e famiglie, il rilancio degli investimenti, la stabilità della normativa fiscale e la modifica del Patto di stabilità». Ma a rispondere al primo cittadino di Gattinara sono stati anche i ministri dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, quello per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, e il presidente dell'Anci Piero Fassino.

Le dodici proposte.
Queste, in sintesi, le dodici proposte che l'iniziativa ha sottoposto alle istituzioni del Paese, ad associazioni di categoria e all'Anci.
1. Riduzione della pressione fiscale a carico di famiglie e imprese insieme alla
riorganizzazione di una macchina statale sempre più ingessata, immobile e priva
di risposte;
2. Istituzione di una "agenzia delle uscite", per verificare – insieme alla Corte dei
conti – la qualità della spesa pubblica dello Stato. E, per evitare che la nuova
agenzia sia essa stessa un costo, si potrebbe pensare di affidarne le funzioni ai
comuni, che rappresentano la massima articolazione sul territorio;
3. Modifica e rimodulazione del Patto di stabilità per consentire ai comuni di
sostenere lo sviluppo, di completare le opere avviate e di avviarne ulteriori e sua
eliminazione per i comuni sotto i 5mila abitanti;
4. Rilancio degli investimenti da parte degli enti locali con sblocco degli investimenti

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