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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2013 alle ore 06:50.

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VENEZIA
Da un lato gli ambientalisti, gli artisti, le personalità di tutto il mondo, che da mesi – dal disastro della Costa Concordia – sono in pressing mediatico per tutelare il delicato microcosmo veneziano dall'invasione e dall'imponenza visiva delle grandi navi da crociera. Dall'altro 5.500 persone, operai, dipendenti, imprese, compagnie navali, che cercano di tutelare il loro posto di lavoro e un business che mantiene un indotto enorme, non solo per la città.
In mezzo i dati. Perché, per la prima volta, sono state calcolate le cifre sulle ricadute economiche del traffico marittimo in Adriatico e nel porto di Venezia. Lo ha fatto Venezia Terminal Passeggeri attraverso uno studio commissionato a Risposte Turismo. Un dato spicca su tutti: se venisse a mancare il traffico delle grandi navi – quelle da crociera, superiori a 40mila tonnellate –, Venezia perderebbe 428 milioni di euro l'anno. A tanto ammonta infatti il guadagno registrato nel 2012, somma che corrisponde al 54% della spesa diretta totale che si registra nei porti dell'Adriatico (gli altri scali che attirano turisti sono, in percentuale molto minore, Dubrovnik, Bari, Corfù). Come dire che chi va in Adriatico va principalmente a Venezia. Una cifra considerevole, che deriva dall'ingresso in laguna di 507 navi, per circa un milione e 800mila passeggeri. È, però, un impatto mastodontico: mille passaggi circa sul canale della Giudecca, navi di stazze fino a 130mila tonnellate, lunghe 330 metri e alte due volte Palazzo Ducale, inquinamento ambientale e maree acque. La difesa: «Visivamente è innegabile l'imponenza – dice il presidente di Venezia Terminal Sandro Trevisanato –, ma vanno studiati i fatti. L'inquinamento delle grandi navi incide per il 5-7% sul totale cittadino; dall'anno scorso chi entra in laguna usa carburante pulito, secondo le direttive di un accordo, il Venice Blu Flag 2, firmato con le compagnie navali. Inoltre, dal 2014 i traghetti per Grecia e Croazia saranno spostati al nuovo terminal di Fusina, lungo il canale di Malamocco. Infine, tre studi hanno comprovato che le navi, avendo carene enormi, non provocano moto ondoso, ma semplice marea». Ma il problema rimane, se è vero che anche il ministero dei Trasporti si interroga sul vietare o meno l'ingresso a Venezia delle navi da crociera.
Ipotesi alternative ci sono: la prima vede il passaggio delle navi non nel canale della Giudecca, a ridosso di piazza San Marco, ma nel cosiddetto retro-Giudecca (da scavare), mantenendo la stazione marittima dov'è. Una seconda ipotesi vede il passaggio più a sud, attraverso il canale Contorta e poi dei Petroli per arrivare alla stazione marittima, ma l'itinerario è più lungo e si dovrebbe regolamentare il traffico con il passaggio delle navi mercantili. Una terza ipotesi vede la costruzione di una nuova stazione marittima a Marghera, per la quale ci vogliono da 600 milioni a un miliardo di euro. Di questi tempi.
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