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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2013 alle ore 06:47.

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ROMA
Portato a casa l'impegno del Governo sulla Consulta dedicata all'auto, ora le associazioni lavoreranno alla possibile agenda e ai tavoli tematici da avviare nei prossimi mesi. Non senza prima sottolineare, come fa Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, che si tratta di «un segnale importante di attenzione per un comparto fondamentale per l'economia italiana».
In testa alla lista delle priorità per distributori – 3.200 le concessionarie che fanno capo a Federauto, accanto alle 46 aziende riunite nell'Unrae, l'associazione delle case produttrici, che in Italia si occupano di distribuzione e assistenza per 61 marchi, dalle auto ai veicoli commerciali, quelli industriali e agli autobus – c'è la questione fiscale. A cominciare dal tema dell'Iva, che pesa sugli acquisti di auto a partire dal mese in corso. Ma che rimanda anche al sistema di deducibilità e detraibilità che, in sostanza, taglia completamente fuori l'auto se non per aspetti marginali. «Crediamo – sostengono gli operatori – che così come ci sono forme di detrazioni fiscali importanti per la casa, dovrebbero essere introdotti strumenti che permettano alle famiglie di scaricare fiscalmente le spese per l'acquisto o per la manutenzione delle vetture, anche alla luce del fatto che le auto sono, in ordine di importanza, il secondo bene per gli italiani».
Le necessità del comparto auto, visto dal punto di vista dei distributori, si modula anche sul tema delle flotte aziendali, per esempio. Tema sul quale l'Italia sconta un netto ritardo rispetto agli altri paesi europei. Anche in questo caso, incentivare le flotte aziendali significherebbe sostenere il mercato e ridurre la volatilità indotta dalla crisi dei consumi e del mercato interno. Comunque caratterizzato da un'alta densità di veicoli che tendono ad invecchiare. Altro tema, la "guerra" contro suv e auto di grossa cilindrata, racchiusa nella vicenda del super bollo: anche in questo caso, dicono gli operatori, si è attuata una manovra "politica" che ha depresso il mercato e distrutto valore nei concessionari di auto di lusso o di usate di grossa cilindrata.
La chiave, per gli operatori, che in questi mesi hanno parlato di «un mercato dell'auto con il freno a mano tirato», sta nella possibilità di avere un parco auto equilibrato, tra mini-car e auto di grossa cilindrata, anzitutto, e tra auto di proprietà e flotte aziendali.
Certo, la cautela in questa fase è d'obbligo. Lo sanno bene al ministero e lo sanno pure gli operatori economici, ma un primo passo verso misure concrete e urgenti è stato fatto. «Bisogna fare attenzione a non generare false aspettative – sottolinea Filippo Pavan Bernacchi – però è fondamentale che sia stata varata una consulta dell'automotive che si riunirà entro novembre per ricercare eventuali linee di intervento».
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