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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2013 alle ore 11:04.

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La Serbia si appresta ad intraprendere l'iter che la condurrà all'ingresso nell'Unione Europea. Il Consiglio europeo si è infatti pronunciato a favore dell'inizio dei negoziati per l'adesione della Serbia alla Ue stabilendo che la prima conferenza intergovernativa dovrà essere indetta entro gennaio 2014.

Ma già dagli ultimi anni il governo ha avviato un intenso programma di riforme finalizzate ad attrare investimenti esteri, che hanno collocato il Paese tra i più competitivi del sud est europeo. La Serbia presenta oggi un regime fiscale favorevole, con un'aliquota sull'utile di impresa pari al 15% a cui si aggiungono incentivi fiscali dedicati agli investitori. Viene infatti riconosciuto un credito fiscale variabile da un minimo del 20% ad un massimo dell'80% dell'ammontare del capitale investito. È inoltre consentito il riporto delle perdite di esercizio fino a un massimo di 5 anni.

Per gli investimenti collegati alle concessioni viene prevista l'esenzione dall'imposta sugli utili di impresa per un periodo di 5 anni successivi al completamento dell'investimento, mentre per le imprese che attuano investimenti, anche non collegati a concessioni, di importo superiore a 8 milioni di euro e che impieghino almeno 100 lavoratori è prevista l'esenzione totale dall'imposta sugli utili d'impresa per 10 anni.

Gli oneri previdenziali e assicurativi presentano aliquote competitive ed è anche prevista l'esenzione totale per un periodo massimo di tre anni, in caso di assunzione di dipendenti appartenenti a categorie particolari, come i giovani under 30.

La Serbia offre inoltre agli investitori un programma di incentivi a fondo perduto, collegati all'incremento dei livelli occupazionali, per progetti di investimento nei settori di industria, servizi destinati all'esportazione e turismo. Finora l'agenzia governativa Siepa ha già erogato a investitori stranieri incentivi per circa 300 milioni di euro collegati alla creazione di 50mila posti di lavoro.

Gli incentivi a fondo perduto, concessi per investimenti a partire da un minimo di 500mila euro, variano da 4 a 10mila euro per ogni posto di lavoro creato. Inoltre, per i progetti di investimento di media e grande scala, che prevedono un investimento minimo di 50 milioni di euro e la creazione di almeno 150 posti, è prevista l'erogazione di incentivi dal 10 al 20% dell'investimento.

Agli investitori esteri è consentito stabilire la propria sede nelle Zone franche, nell'ambito delle quali opera l'esenzione dall'Iva insieme ad altri incentivi fiscali. Gli investitori stranieri stabiliti nelle Zone franche possono godere del beneficio di libera importazione di materie prime e di semilavorati per la produzione destinata all'export. Questo beneficio può essere ottenuto anche al di fuori di tali zone, mediante permesso dalla direzione delle Dogane serbe. Gli investitori sono esenti dal pagamento di dazi doganali sulle importazioni di attrezzature e macchinari che vengono apportati in conto capitale. Infine, va ricordato che la Serbia gode di una posizione particolarmente privilegiata nell'ambito dei rapporti di interscambio commerciale con la Russia, essendo insieme al Montenegro l'unico Paese non appartenente alla Csi ad aver sottoscritto un accordo di libero scambio con la Federazione russa, che prevede l'esenzione quasi integrale dal pagamento dei dazi.
Partner Studio Legale Cicala-Riccioni

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