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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2013 alle ore 15:46.

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VENEZIA - Hanno pensato a tutto: la valutazione dei flussi turistici – oltre 24 milioni di persone all'anno arrivano a Venezia – che non aumenteranno, ma si limiteranno a redistribuirsi rendendo zone centrali come piazza San Marco meno congestionate; i trasporti, in collaborazione con la municipalizzata ma senza intasare le linee di vaporetti già esistenti; i contenuti delle aree tematiche dedicate alla storia della Serenissima e all'ambiente, della cui serietà si fanno garanti archeologi e biologi dell'università Ca' Foscari.

Se si farà, il progetto pensato per l'isola di San Biagio da Zamperla – multinazionale vicentina che ha firmato fra l'altro il rinnovo di Gorky park, a Mosca, nel 2009 e la riqualificazione della centrale nucleare dismessa di Kalkar, in Germania, con tanto di montagne innevate riprodotte sulle pareti del reattore – sarà condiviso con la città. I contenuti sono stati svelati ieri, nella sede dell'ateneo veneziano: una cintura esterna fatta di passeggiate e spazi per l'incontro, di libero accesso; aree tematiche dedicate all'ambiente della laguna, nella quale si potrà letteralmente immergersi, e alla storia della Serenissima, con una riproduzione della battaglia di Lepanto storicamente documentata. Le giostre, quelle che hanno reso famosa l'azienda di Villaverla, ci saranno, «perché realizzare un museo non sarebbe un'operazione economicamente sostenibile: nemmeno il Louvre si regge senza contributi pubblici. Le risorse legate al divertimento sono quelle che consentono di progettare spazi per la cultura, per i bambini e le scolaresche, il grande teatro indipendente che potrà essere a disposizione di eventi organizzati da altri soggetti come il Comune o la Biennale», spiega Antonio Zamperla, presidente della Spa.

Rimane quel "se" sottinteso: «Arriviamo in punta dei piedi, cerchiamo la sintonia con la città, ne conosciamo la fragilità. Perché Venezia? Perché dobbiamo essere orgogliosi della nostra storia, qui è nata anche l'industria veneta», sottolinea Zamperla. La concessione con il demanio dura quattro anni, periodo in cui si dovrà capire l'importo esatto delle bonifiche necessarie – interamente a carico dell'azienda – su un'area di 40mila metri quadri che in passato ospitava l'inceneritore e dove ancora si svolge lo smistamento delle immondizie, e procedere poi alla realizzazione dell'opera. Prelievi e carotaggi sono in corso, e richiederanno qualche mese. Poi potrà iniziare l'iter amministrativo: il Comune è già stato informato, la Sovrintendenza ha dato le prime indicazioni, con la richiesta di progettare gli spazi sul modello di quelli della Venezia produttiva, dall'Arsenale ai Magazzini del sale. Per la realizzazione i tempi non dovrebbero superare i due anni. Ottenuto il via libera, si potrà ragionare sulla durata della concessione.
«Il progetto nasce rispettando gli strumenti urbanistici già in vigore, il Prg e il Pat (piano d'assetto del territorio, ndr) – spiega l'architetto Lorella Bressanello – sia per quanto riguarda le funzioni che le volumetrie. Con la massima attenzione alla vivibilità della città, ma anche al suo coinvolgimento». Il modello citato – i giardini Tivoli di Copenhagen – sono un esempio di inclusione nel centro urbano di una struttura capace di richiamare turisti, ma vissuta anche dai residenti. Qualcosa che nessuno definirebbe un "luna park". Eppure le polemiche dei prossimi giorni sono date quasi per scontate: troppo sentito, anche negli anni passati, il rischio di una Venezialand che svuotasse il centro storico di ogni storia. «Qui il punto di partenza è un'area degradata e inutilizzabile per i veneziani» osserva Zamperla, che respinge ogni paragone con il Palais Lumiere, l'ultima grande occasione – perduta – di investimento privato su un'area da riqualificare: «Quella era un'operazione immobiliare, destinata a dare profitto solo ai suoi promotori». L'investimento, superiore agli 80 milioni, non prevede contributi pubblici, ma l'allargamento ad altri soggetti privati già individuati: «Aspettano il via libera ufficiale prima di aderire, si sa che in Italia non sempre si arriva alla fase finale. Questa cifra è destinata a ricadere sul territorio e sulle aziende che collaboreranno alla costruzione del polo San Biagio, se si farà», conclude Zamperla che da domani sarà in Kazakhstan per un progetto in partenza. Il messaggio è chiaro: il lavoro non manca, a prescindere dalle scelte che si faranno a Venezia.

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