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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2013 alle ore 10:18.

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Ha il sapore della tradizione secolare di Parma nell'industria del pomodoro il salvataggio annunciato dal gruppo Rodolfi Mansueto di Ozzano Taro, azienda storica alla terza generazione, che ha acquisito il 100% della Von Felten, altra gloriosa realtà familiare del dopoguerra che rischiava di finire cancellata dal panorama produttivo provinciale. Sul valore dell'operazione non si sbilancia il presidente Giuseppe Rodolfi e dribbla con una battuta: «Nell'attuale crisi del settore del pomodoro potrei passare per pazzo, ma la mia scommessa è arrivare alla fusione e rilanciare stabilimenti, produzione e occupazione per potenziare il portafoglio prodotti, i brand, la presenza sui mercati esteri», racconta il figlio del fondatore, che a 85 anni è ancora operativo ogni giorno in fabbrica.
Se Rodolfi Mansueto, dopo 110 anni di attività, è ancora oggi una delle principali aziende nazionali nella lavorazione del pomodoro fresco – 200mila tonnellate di capacità produttiva annua sui 4,3 milioni del totale Italia ed è leader nella produzione di polvere di pomodoro ed essiccati – con un bilancio attorno ai 74 milioni di euro e una quota export che sfiora il 40%, Von Felten è piccola ma fortemente internazionalizzata. Nel sito di Fontanini di Parma (80mila metri quadrati di stabilimento e 80mila tonnellate di capacità di lavorazione di pomodoro fresco) opera una cinquantina di addetti e si realizza una ventina di milioni di ricavi l'anno, per l'80% export. Von Felten trasforma pomodoro destinato all'industria alimentare, un semilavorato che vende in tutta Europa, ed è presente anche nel segmento delle verdure fresche, che liofilizza ed essicca. Un business che mancava al gruppo Rodolfi e che sarà ulteriormente allargato, assieme al potenziamento degli attuali brand in portafoglio: Ortolina nel retail (il famoso tubetto di salsa con verdure fresche), Ardita e Arduino per il food service.

«Nonostante la maggiore apertura estera, Von Felten ha risentito più di noi della crisi del settore del pomodoro, che quest'anno ha subìto la carenza di materia prima, crollata di un 20% rispetto al preventivato», spiega il presidente del gruppo Rodolfi e ora di Von Felten, nel cuore del distretto parmense del pomodoro, da cui arriva l'80% del prodotto trasformato. Difficoltà che hanno sicuramente reso più appetibile l'acquisizione ma che non preludono a razionalizzazioni bensì a ulteriori investimenti. «Stiamo ragionando proprio ora delle risorse da mettere in campo nei prossimi tre-quattro anni, tra impiantistica, stabilimenti, viabilità – afferma Rodolfi che anche in questo caso non fornisce cifre esatte ma si lascia sfuggire che si parla di oltre un milione di euro l'anno – e partiamo con l'impegno a mantenere tutti gli organici attuali (a Ozzano Taro lavorano 110 addetti diretti e altri 400 indiretti nel clou della campagna estiva, ndr) per valorizzare il made in Italy e l'indotto locale».
Prende così forma il piano di potenziamento che la casa parmense aveva annunciato un anno fa dopo aver perso il business (un 30% del totale) legato alla produzione di sughi per Barilla, in seguito all'apertura dello stabilimento di Rubbiano del colosso alimentare (per cui Rodolfi è tuttora tra i principali fornitori di semilavorato).

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