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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2013 alle ore 10:18.

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Orogel scommette sullo sviluppo del mercato italiano e di quello estero. La società romagnola dei surgelati e dei prodotti freschi mette sul piatto 65 milioni di euro entro il 2015. Di questi, 40 sono integralmente destinati all'ampliamento della capacità produttiva dello stabilimento di surgelati di Cesena. «Dobbiamo seguire la crescita dei vegetali in Italia – spiega Giuseppe Maldini, presidente di Orogel Fresco – ma anche all'estero dove siamo entrati in nuovi mercati». In competizione con Findus e Nestlé? «Neanche per sogno: noi competiamo nelle nicchie di mercato del made in Italy». Peccato per il fresco: Orogel potrebbe compattare in un unico magazzino «con un investimento di 30 milioni, ma le incertezze in Italia sono tali che ci vorrebbe un coraggio da leoni».
Malgrado la recessione però il sistema cooperativo Orogel dimostra di avere uno scudo anti-crisi efficace: la società conta su 2mila soci produttori che conferiscono ortofrutticoli, poi offerti freschi e surgelati. Il gruppo conta su tre stabilimenti (Cesena, Policoro e Ficarolo) e 14 centri di ritiro che, entro 4 ore, provvedono a lavorare, stoccare e confezionare i prodotti. Il fatturato aggregato di Orogel (divisa in surgelati, confetture e fresco) nel 2012 è arrivato a 602 milioni. Opera sia nel retail che nel food service. Nei surgelati la società cooperativa ha realizzato ricavi per 176 milioni (+3,6% a valore). Orogel sottolinea la leadership nazionale di vegetali con una quota complessiva vicina al 22%: praticamente un quarto dei prodotti vegetali consumati in Italia proviene dallo stabilimento di Cesena e 11 milioni di famiglie acquistano i suoi prodotti.

La recessione influenza anche i consumi di surgelati in Italia che nel 2013 dovrebbero chiudere in pari o in lieve calo. Nell'anno terminante a ottobre i volumi guadagnavano un punto, ma «nei primi 10 mesi dell'anno – aggiunge Maldini – Orogel cresceva del 2% a volume e del 6% a valore. La nostra performance conta su alcuni prodotti di successo, per esempio Verdurì: una gamma di passati di verdure surgelate che ci garantisce una quota del 23%. Abbiamo inventato qualcosa che prima mancava».
Giuseppe Zappatore è molto preciso sulle quote di mercato: «La nostra quota in Italia nei vegetali surgelati vale il 14%: la risultante del 23% negli spinaci, del 30 nei contorni e del 14 nei minestroni». Il quadro dipinto da Orogel è però diverso da quello a cui la crisi ci ha abituati. «Non abbiamo nulla da nascondere – conclude Maldini – I nostri risultati li otteniamo in uno scenario competitivo devastante: nella gdo ci sono 24 calendari promozionali l'anno, due al mese; e il 38% dei volumi sono promozionati, ma con marchi che arrivano fino al 60».
E. Sc.

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