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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2013 alle ore 10:17.

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È uno dei primi quattro player nazionali nel settore caseario, con 125 milioni di euro di fatturato, 150 dipendenti, una struttura completamente dedicata alla distribuzione e un'altra, la controllata romana Saca, che opera sempre nel campo della distribuzione. Il gruppo che fa capo al caseificio marchigiano Sabelli, produzione artigianale di mozzarelle, ricotte e formaggi a cui sono stati applicati standard industriali, aggredisce ora in modo più deciso i mercati esteri. Portando prodotti studiati ad hoc per il gusto europeo e proponendo novità anche dal punto di vista del packaging.
Rientra in questa strategia di mercato la proposta fatta in Inghilterra, in altri paesi del nord Europa e ora in Austria, dove il Gruppo di Ascoli Piceno sta portando con successo la "burratina", ovvero la monoporzione di burrata, da 125 grammi confezionata con un particolare packaging, appetibile non solo per la vendita nei supermercati ma anche per ristoranti di charme.
«Abbiamo interpretato fin da subito la nuova tendenza dei paesi esteri, in particolare europei, che alla mozzarella di bufala stanno preferendo la burrata pugliese – spiega Simone Mariani, ad del gruppo –. L'ultima iniziativa in questo senso è l'accordo che abbiamo siglato proprio per la burratina monodose con una catena di supermercati austriaci. Puntiamo a replicare il successo che abbiamo avuto a Londra».

Il prodotto ha registrato un incremento di vendite del 20% da gennaio di quest'anno, facendo balzare il fatturato complessivo a un più 7 per cento. «I mercati esteri crescono – continua Mariani, che ricopre anche il ruolo di vice presidente nazionale dei Giovani di Confindustria –, anche se restano le criticità degli altissimi costi della materia prima, il latte. I 20-30 punti di aumento sul prezzo base del "latte spot" di provenienza tedesca non ci agevolano».
Azienda familiare fin dal 1921, prima con Nicolangelo Sabelli e poi con Archimede, nonno di Simone, il caseificio Sabelli nell'ultimo triennio è cresciuto in modo costante passando dai 55 milioni di euro del 2010 agli oltre 62 milioni del 2011, per arrivare ai 63 del 2012. Il 2013 chiuderà a circa 70 milioni. Oggi, come quasi cent'anni fa, la Sabelli sceglie la filiera corta: si rifornisce da circa 230 allevamenti della zona e in particolare da 60 aziende situate dentro al Parco del Gran Sasso e 10 situate dentro il Parco dei monti Sibillini. L'azienda è dotata di un disciplinare di rintracciabilità che permette di ricostruire ogni fase della lavorazione con un processo controllato lungo tutta la filiera produttiva e è dotata delle certificazioni di qualità Iso 9001 e ambiente Iso 14001.

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