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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2013 alle ore 18:04.
L'ultima modifica è del 21 novembre 2013 alle ore 11:57.

L'artigianato, l'arte, la solidarietà. In un ponte ideale dal Veneto all'Emilia Romagna. Oggi, a Venezia, si è fatto il punto sui lavori di restauro del lampadari del Comune di Sant'Agostino, sopravvissuti al terremoto, che il consorzio Promovetro di Murano (unico gestore del marchio vetro artistico dell'isola) sta restaurando.
I pezzi – un lampadario grande, alto 4,2 metri e largo 3, color cristallo e ambra, con 55 luci, e tre più piccoli – erano stato salvati con una complessa operazione. A causa dell'inagibilità del palazzo, gravemente danneggiato, il Consorzio aveva dovuto attendere a lungo per poter raggiungere la zona interessata. Grazie all'intervento dei Vigili del fuoco i lampadari erano stati raggiunti con un braccio telescopico; successivamente era avvenuto lo smontaggio e la messa in sicurezza di tutti i componenti in vetro. Oltre 1.400 – ha detto Elena Rossini, della Soprintendenza ferrarese – erano state le opere salvate e catalogate dopo il sisma; un lavoro enorme e non ancora completo, che vede solo ora i primi capolavori ritornare al territorio, restaurati.
Per riportare all'antico splendore i diversi pezzi dei lampadari, a cominciare dai delicati fiori ambrati, i maestri vetrai hanno dovuto svolgere una ricerca storica sulle antiche tecniche di lavorazione. Nelle fasi di smontaggio, a sostenere una delle candele che illuminavano la sala da ballo, è stato trovato anche un pezzo di giornale datato 6 maggio 1932. La data prevista per il rientro dei lampadari è fissata a dicembre 2015; attualmente sono sei le aziende veneziane all'opera. Non torneranno nella sede originaria, ma nel nuovo municipio, dopo aver fatto tappa al museo del vetro di Venezia.
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