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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2013 alle ore 13:22.

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C'erano praticamente tutti: gli industriali veneziani rappresentanti di Confindustria, Confcommercio, Coldiretti, Confesercenti, associazioni dell'artigianato, sindacati Cgil, Cisl, Uil e la Camera di Commercio.

La quasi totalità delle imprese e degli occupati della provincia di Venezia si è riunita oggi al tavolo convocato esprimere «preoccupazione sull'imminente emanazione da parte del Governo di un provvedimento sul transito delle Grandi Navi». Dopo il vertice di Roma, che all'inizio di novembre ha stabilito un primo allontanamento dei passaggi da San Marco - transito definitivamente precluso alle navi crocieristiche superiori a 96mila tonnellate di stazza lorda, e dal 1. gennaio 2014 diminuzione del numero delle navi da crociera di stazza superiore alle 40mila tonnellate – in laguna le acque non si sono affatto calmate. Da un lato la necessità di difendere una città per definizione fragile, dall'altro un'econoomia che vede nelle crociere un serbatoio di posti di lavoro.

«A fronte della forte crisi economica e occupazionale che il territorio sta vivendo – hanno spiegato gli operatori – il primo e unanime pensiero di tutti i rappresentanti è stato quello di non voler perdere né ulteriori aziende né altra occupazione. Lo stato di incertezza sulle limitazioni al transito che potrebbero essere contenute nel provvedimento preoccupa per le possibili negative decisioni delle compagnie di navigazione e non dà garanzie circa la futura programmazione degli arrivi delle navi passeggeri». Gli armatori, in sostanza, potrebbero decidere di prediligere siti alternativi, a cominciare da Atene.

A conclusione della riunione le associazioni e i rappresentanti dei lavoratori, con la Camera di Commercio, hanno chiesto al Governo «di essere tutte coinvolte in un tavolo tecnico propositivo che possa esprimersi prima che vengano assunte iniziative su questo tema strategico. Decisioni affrettate, non condivise e senza tempi certi, potrebbero infatti comportare preoccupanti ripercussioni sul sistema delle imprese e sui livelli occupazionali della Provincia».

Secondo la ricerca "Venezia e l'Adriatico" presentata in ottobre e commissionato da Venezia Terminal Passeggeri, la ricaduta economica diretta annua della crocieristica in Adriatico è di 507 milioni, di cui il 68,2% (pari a oltre 345 milioni) generato dai porti crocieristici adriatici italiani. Alla sola Venezia sarebbe ascrivibile il 54% della spesa diretta totale dell'Adriatico (274 milioni).

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