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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2013 alle ore 11:40.

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L'instabilità politica è il tallone d'Achille della sponda Sud del Mediterraneo, che però rimane un'area strategica per l'Italia e le sue imprese. Il terzo rapporto annuale di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Srm) sulle «Relazioni economiche tra l'Italia e il Mediterraneo» dimostra numeri alla mano la centralità dei Paesi della cosiddetta area Med per il nostro Paese: in dodici anni, tra il 2001 e il 2013, l'interscambio è aumentato del 77% e ha raggiunto quota 58 miliardi di euro. Anche togliendo l'energia, che copre il 44% degli scambi, la regione cha va dal Marocco alla Turchia e Israele vale 33 miliardi in termini di flussi commerciali.

Eppure l'Italia sembra non cogliere in pieno, soprattutto a livello di istituzioni e sistema Paese, le potenzialità dell'area. «La crescita del nostro interscambio negli ultimi anni - spiega il direttore generale di Srm, Massimo Deandreis - è stata molto consistente ma i concorrenti, come Germania, Stati Uniti e Cina crescono più di noi. Il risultato è che quest'anno stiamo cedendo alla Germania la leadership europea nell'area».
C'è insomma un potenziale di mercato, attualmente coperto dai prodotti manifatturieri tedeschi, che il nostro Paese potrebbe gradualmente recuperare se prevalesse una strategia più attiva verso questi mercati. «Le nostre imprese - osserva Deandreis - lo stanno capendo e infatti sono ormai 2mila solo in Turchia, Tunisia e Marocco. Il sistema Italia viceversa non ha ancora colto pienamente queste opportunità».

Il rapporto mette in risalto le grandi potenzialità di questi Paesi, sia come mercati interni, sia come "porte di accesso", come il Marocco verso il resto dell'Africa e la Turchia verso gli altri Paesi turcofoni. Potenzialità colta in pieno da Paesi come Stati Uniti e Brasile in Marocco e dalla Cina in tutta l'area: basti pensare che l'interscambio di Pechino con la regione è passato dai 5 miliardi nel 2001 ai quasi 57 miliardi nel 2013.
Il Mezzogiorno si conferma la macro-regione italiana con i rapporti più stetti con la sponda Sud del Mediterraneo, anche in questa fase di leggero calo dell'interscambio.
L'osservatorio di Srm sull'area Med ha già prodotto quest'anno due rapporti sulla presenza delle aziende italiane in Turchia e Marocco. A breve sarà pubblicato lo studio sulla Tunisia e all'inizio del 2014 quello sull'Egitto.

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