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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2013 alle ore 11:19.
L'ultima modifica è del 26 novembre 2013 alle ore 14:04.

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Marchi e brevetti vanno difesi. La proprietà intellettuale tutelata perchè produce innovazione. Ma, in fondo, che male c'è se per risparmiare (coi tempi che corrono), per fare un "dispetto" alle multinazionali o perchè facilmente accessibile online, compro una borsa contraffatta o scarico gratis musica e film?
Il paradosso del cittadino europeo emerge da un sondaggio realizzato in tutta la Ue e che ha coinvolto 26500 persone di età pari e superiore a 15 anni, commissionato dall'Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (Uami), tramite l'Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale.

Un ritratto in cui teoria e pratica divergono. Il 96% degli europei, infatti, ritiene che la proprietà intellettuale (PI) sia importante perché sostiene l'innovazione e la creatività, ricompensando gli inventori, i creatori e gli artisti per il loro lavoro. L'86% degli intervistati in Eurolandia, poi, concorda sul fatto che la tutela della PI contribuisca a migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi e, inoltre, il 69% è dell'avviso che contribuisca a creare posti di lavoro e benessere economico.

Tuttavia, più di uno su tre, il 34% degli europei, ritiene che, per motivi personali, l'acquisto di merci contraffatte sia giustificato per risparmiare. Ed anzi, il 38% afferma che l'acquisto di merci contraffatte possa essere giustificato come atto di protesta contro l'economia di mercato e delle grandi multinazionali.

Se poi si passa a considerare il download online la "musica" non cambia. Anzi. Se il 22% ritiene che scaricare video e canzoni da Internet sia accettabile se non ci sono alternative legali, il 42% lo ritiene accettabile per uso personale, con punte del 57% tra i giovani tra i 15 e i 24 anni. Questo anche se l'80% degli intervistati sa che in rete ci sono anche offerte lecite per la musica e il 60% di loro è capace di accedere legalmente a giornali, fotografie e libri.
Il 55% dei cittadini europei, infine, ritiene che «la qualità dei contenuti offerti dai servizi a norma di legge sia per lo meno pari a quella che può essere riscontrata tramite soluzioni illegali». Per un terzo dei giovani europei i contenuti illegali sono addirutura di qualità migliore.

«Con questi studi – ha affermato António Campinos, presidente dell'Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (Uami) – stiamo fornendo informazioni indipendenti e affidabili sulle percezioni e il comportamento dei cittadini europei in merito alla proprietà intellettuale e alle sue violazioni. La proprietà intellettuale è una delle attività più importanti dell'Europa, ma è anche regolarmente messa in discussione e i cittadini europei non ritengono che proteggerla rientri nelle loro responsabilità, in particolare quando altri non condividono gli stessi valori e non assicurano che le regole vengano rispettate».
Lo studio segue la pubblicazione, avvenuta a settembre, di un altro studio elaborato dall'Uami e dall'Ufficio europeo dei brevetti che mostra come i settori a uso intensivo dei diritti di proprietà intellettuale mantengono circa 76 milioni di posti di lavoro nell9Unione europea e generano il 39% di tutta l'attività economica della Ue.

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