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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2013 alle ore 15:48.

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Regione Campania e Università Federico II di Napoli hanno avviato controlli a tappeto sulle produzioni agricole sulla base di un protocollo ad ampio spettro. Si parte dalle aree che si ritiene siano più problematiche: come la ex Resit a Giugliano e i terreni sequestrati dalla magistratura a Caivano. Al momento non sono emerse criticità. Lo stessa metodologia verrà ora estesa a tutte le province della Campania per uno screening a tappeto delle produzioni.

Ne hanno parlato l'assessore regionale all'Agricoltura, Daniele Nugnes, e l'agronomo Antonio Di Gennaro, in occasione del convegno "Il riscatto della Terra dei fuochi e lo sviluppo della filiera agroalimentare", che si è svolto a Napoli, per iniziativa dei sindacati di categoria (agricoltura): Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. L'obiettivo è chiaro e si intuisce: affrontare l'emergenza che interessa la regione Campania e il suo comparto agroalimentare. La strategia messa in atto punta a offrire in primo luogo dati certi per dare sicurezza ai consumatori e allo stesso tempo a far cambiare rotta a un'immagine dei prodotti agroalimentari campani che, sotto i colpi delle polemiche e degli scandali ambientali, stanno subendo pesanti ripercussioni economiche.

Un dato su tutti:a un mese circa dai primi allarmi, il settore che in Campania ha una delle regioni leader in Italia per produzioni agroalimentari, con una significativa quota di tipicita, denuncia un calo delle vendite di circa il 40% sia in Italia che all'estero.

Adottiamo - spiega Antonio Di Gennaro - un protocollo di caratterizzazione molto ampio che ci consente di cercare, nei campioni analizzati, un ampio numero di metalli e di sostanze organiche. I controlli sulle produzioni, sia chiaro, si aggiungono a quelli sui terreni. In realtà si adotta una metodologia già applicata dall'Istituto superiore di sanità basata sull'analisi del rischio che parte dal controllo del prodotto finale. E per la prima volta tutte le associazioni di produttori della Campania hanno aderito al protocollo e lo applicano volontariamente a proprie spese.

In ogni caso, per Di Gennaro, l'area inquinata da rifiuti ha una estensione di 1000 ettari, a fronte di una superficie agricola regionale di 1,2 milioni di ettari.
L'emergenza Terra dei fuochi e le ricadute sul comparto agroalimentare hanno mobilitato la Regione Campania. Abbiamo un problema di sicurezza alimentare e di economia - chiarisce l'assessore regionale Daniela Nugnes - ma sopratutto abbiamo un problema di credibilità da recuperare. Sono certa che vi sia una speculazione in atto da cui ci difendiamo a fatica. Da parte nostra dobbiamo adottare massimo rigore e tracciabilità totale delle produzioni e dobbiamo essere in grado di isolare le imprese colluse e l'economia in cui si è infiltrato il malaffare. Il richiamo alla legalità e stato fortemente accentuato dal segretario della CGIL Campania, Franco Tavella.

La Regione intanto sta mettendo a punto un nuovo Piano di comunicazione: primo strumento e' la finestra "Noi per la Terra dei fuochi" sul sito istituzionale della Regione su cui vengono pubblicati si impegna l'assessore regionale i referti delle analisi effettuate.

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