Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2013 alle ore 18:09.

My24

Bologna – La Faac cerca di svincolarsi dalla durissima battaglia giudiziaria tra l'Arcidiocesi di Bologna e i parenti di Michelangelo Manini – il patron morto oltre un anno e mezzo fa - per una eredità che vale 1,7 miliardi, vale a dire il pacchetto di maggioranza (66%) dell'azienda. Attraverso i propri legali la multinazionale bolognese dei cancelli automatici ha infatti proposto alle parti e al Tribunale di Bologna di disporre un vincolo giuridico al trasferimento delle azioni ed evitare così un nuovo sequestro dell'azienda e del patrimonio.

Per la Faac una via d'uscita potrebbe aprirsi sia intestando le azioni a un fiduciario incaricato dallo stesso Tribunale, sia, in alternativa, prevedendo una modifica statutaria. Lo stop a eventuali vendite consentirebbe in tal modo al management di operare con maggiore tranquillità. La proposta ha messo d'accordo sia l'Arcidiocesi sia il socio di minoranza della multinazionale, l'azienda francese Somfy, che detiene il 34% del pacchetto azionario. "In gioco non c'è più solo il destino dell'eredità – dice Bruno Gattai, legale della Faac – ma anche quello di un'azienda". In entrambi i casi, sia con la nomina di un fiduciario incaricato dal Tribunale, sia con la modifica statutaria verrebbero a mancare i presupposti per la concessione del nuovo sequestro, disposto il 26 novembre.

Sulla soluzione proposta, in attesa della sentenza di merito, il giudice Maria Fiammetta Squarzoni si è riservata di decidere. Ma intanto i parenti di Manini rivendicano l'efficacia del nuovo provvedimento ordinato dal Tribunale, dopo la sentenza di inefficacia, per un vizio formale, che aveva indotto la Corte d'appello di Bologna ad annullare il precedente ordine cautelare. Per i parenti, infatti, la nomina di un custode giudiziario non limita l'attività dell'azienda, che, al contrario, dicono, ha incrementato utili e fatturato. Non solo. Secondo Rosa Mauro, legale di Carlo Rimondi (zio di Michelangelo Manini), "Faac e Somfy non possono costituirsi nel procedimento di sequestro". La posta in gioco è altissima. L'azienda conta nel mondo oltre 1500 dipendenti ed è impegnata in un piano di espansione in Brasile e negli Stati Uniti. Presente all'estero in 26 Paesi ha un volume d'affari, in crescita costante dal 2009, che sfiora i 300 milioni. Gattai, nella propria comparsa di intervento, dopo aver segnalato "i gravi e irreparabili danni provocati dal sequestro", ha denunciato anche ingerenze nell'attività aziendale da parte del custode giudiziario nominato dal giudice.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi