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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2013 alle ore 14:45.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 17:14.

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Le «acque della salute» bocciate dall'Antitrust. Pugno duro del Garante della concorrenza nei confronti di Cogedi, la società proprietaria dei marchi Uliveto e Rocchetta, e Fimmg, il maggior sindacato dei medici di famiglia. L'accordo siglato nell'agosto 2012 e operativo dal successivo 1° ottobre, che ha portato a una massiccia campagna promozionale delle acque minerali sui media e negli ambulatori dei camici bianchi, rappresenta «una pratica commerciale scorretta e ingannevole».

Il verdetto dell'Authority (il testo è disponibile su www.sanita.ilsole24ore.com) è arrivato a novembre ma è stato reso noto soltanto pochi giorni fa: 30mila euro di multa alla Fimmg, 100mila a Cogedi. Nel mirino dell'Antitrust i tanti messaggi promozionali con il logo della Fimmg e la dicitura «La Federazione italiana medici di famiglia e Uliveto e Rocchetta insieme per la salute della famiglia». Messaggi rafforzati dalle iniziative dirette ai camici bianchi, in particolare una: la sollecitazione ad affiggere negli studi una locandina con lo slogan "Uliveto e Rocchetta Acque della salute, sono preziose alleate per la tua salute. Chiedi consiglio al tuo medico di famiglia", ottenendo in cambio la partecipazione a un concorso a premi con in palio cento crociere.

Il concorso era stato sospeso poco dopo per le polemiche e le contestazioni. Altroconsumo e un esponente dei"Nograziepagoio" (un gruppo di medici e operatori che rifiutano ogni regalo dall'industria) si erano rivolti al ministero della Salute, alla Federazione degli Ordini dei medici e all'Antitrust. Di qui l'istruttoria, le cui conclusioni ora non lasciano adito a dubbi: l'intesa tra Cogedi e Fimmg è una «pratica commerciale scorretta» rispetto alle norme del Codice del consumo perché presenta le acque Uliveto e Rocchetta, con l'avallo della Fimmg, «come dotate di specifiche caratteristiche salutistiche» inducendo il consumatore in errore. Il sindacato e la società «non forniscono evidenza alcuna circa attività di ricerca e di analisi dei prodotti in relazione alla loro funzione salutistica». Né la Fimmg potrebbe validarli scientificamente, essendo appunto un sindacato.

L'attestazione suggerita dalla partnership, insomma, ha «carattere non veritiero, e dunque ingannevole». Ancora di più se l'informazione passa attraverso le locandine affisse negli studi dei medici. Molti dei quali, va sottolineato, sono apparsi decisamente contrariati. Basta leggere alcune delle mail scritte in risposta alle richieste della Fimmg di aderire al concorso e riportate nella decisione dell'Authority. C'è chi minaccia di cancellare l'iscrizione al sindacato e chi sintetizza: «Ma è una barzelletta o dite sul serio?».


«Le conclusioni dell'Antitrust sembrano presuntive rispetto al nostro comportamento.
Comunque accettiamo la sentenza, purchè si chiuda questa storia. Non ne faremo una questione di principio, ma con i nostri legali stiamo comunque valutando se fare ricorso al Tar». È il commento all'Adnkronos Salute di Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale).

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