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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2013 alle ore 12:28.
L'ultima modifica è del 18 dicembre 2013 alle ore 13:40.

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Corsia veloce per il pacchetto sul credito. Le norme del decreto Destinazione Italia che puntano a favorire finanziamenti alle Pmi entreranno subito in vigore. Solo in un caso servirà un provvedimento attuativo dell'Ivass. È attesa a giorni la pubblicazione del Dl in Gazzetta ufficiale, a quel punto partiranno quasi tutte le norme congegnate per minibond di Pmi non quotate e cartolarizzazioni.

Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo economico e artefice della riforma che amplia gli spazi di manovra già definiti con il decreto crescita del governo Monti, ipotizza una platea di potenziali nuovi emittenti superiore ai 10mila soggetti (ma secondo alcune stime si può arrivare a 30mila). «Rafforziamo le forme di finanziamento a medio e lungo termine alternative o complementari a quella bancarie e facilitiamo l'attrazione di capitale finanziario sul corporate Italia».

«Le misure di liberalizzazione varate a fine 2012 – spiega Firpo – hanno già consentito di raddoppiare il numero di aziende italiane sul mercato internazionale dei capitali, con emissioni obbligazionarie per quasi 6 miliardi». Ora, con il nuovo pacchetto, secondo le stime diffuse da Palazzo Chigi dopo il varo del Dl, si potrebbero mobilitare progressivamente fino a 20 miliardi di euro di credito aggiuntivo. Diverse le misure approvate. Tra queste, aggiunge Firpo, «l'alleggerimento della fiscalità indiretta sulle garanzie accessorie: diventa opzionale l'applicazione dell'imposta sostitutiva e si estende l'ambito di applicazione anche alle obbligazioni. Alla fine, sarà meno costoso accendere una garanzia nella forma del pegno (su azioni, crediti, brevetti eccetera, ndr)».

Sempre sul fronte delle garanzie, «abbiamo disposto l'estensione anche alle obbligazioni del privilegio speciale sui beni mobili. Si tratta di un'ulteriore norma di pareggiamento competitivo con il canale bancario». In pratica, l'azienda che emette minibond potrà utilizzare come garanzia i beni destinati al processo produttivo per ottenere finanziamenti, ma senza privarsi di essi.

Il decreto modifica poi la legge 130 sulle cartolarizzazioni, rendendole possibili anche per le obbligazioni. «L'obiettivo è favorire la costituzione di fondi di credito specializzati e società veicolo, in modo da spingere l'aggregazione e la selezione di portafogli di minibond». Non meno di rilievo le modifiche volte a incrementare la quota di risorse investite da soggetti istituzionali nel corporate Italia. «Gli investimenti diretti in obbligazioni, in titoli di cartolarizzazione o in quote di fondi che investono in minibond – anche quando non quotati e privi di rating – saranno compatibili con le disposizioni in materia di copertura delle riserve tecniche delle assicurazioni e di limiti di investimento dei fondi pensione». In questi casi sarà la norma secondaria a fissare eventuali paletti.

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