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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2013 alle ore 13:13.
L'ultima modifica è del 19 dicembre 2013 alle ore 19:53.

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Intesa in extremis sul piano di mobilità di Merck Sharp & Dohme: la scorsa notte, intorno alle 23, presso l'assessorato al Lavoro della regione Lazio il management italiano del gigante dell'industria farmaceutica e le delegazioni di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl Chimici hanno sottoscritto un accordo che riduce gli esuberi da 243 a 206, introduce fino a un massimo di 54 mensilità come incentivo per le uscite volontarie e prevede possibilità di outplacement.

Il punto d'incontro tra le parti è stato raggiunto nell'ultimo giorno disponibile per le trattative concesso dalla normativa vigente, considerando che la procedura di mobilità si era aperta il 2 ottobre scorso. Rispetto ai nuovi 206 esuberi – tutti informatori scientifici e impiegati in funzioni di supporto -, 152 appartengono all'area primary care, il resto al personale area vendite e di sede. La collocazione in mobilità verrà effettuata «entro il termine di 120 giorni a partire dall'1 gennaio 2014 per il personale di area vendite e sede/business operations e medical», mentre per tutti gli altri addetti di sede le uscite avranno luogo «gradualmente in linea con le esigenze aziendali entro il 31 dicembre 2014». Parte poi un progetto per «l'orientamento di carriera» e «l'accrescimento delle competenze professionali necessarie per affrontare un mercato del lavoro in continua evoluzione». Per i lavoratori che ne facessero richiesta, l'azienda «garantirà un servizio di outplacement individuale della durata di nove mesi nell'ambito del progetto Welfarma». Ai lavoratori messi in mobilità incentivi variabili, fino a un massimo di 54 mensilità corrisposte.

L'organico complessivo di Msd Italia al momento ammonta a 1.038 addetti esclusi i dirigenti, dei quali 1.011 fanno capo alla sede di Roma e i rimanenti a quella di Milano Segrate. La riorganizzazione italiana è una declinazione del più ampio piano di riassetto che la multinazionale ha avviato su scala mondiale. Nello specifico, la big pharma a inizio piano stimava 8.500 esuberi a livello internazionale che si affiancavano ai 7.500 precedentemente quantificati. Entro il 2015 la forza lavoro di Merck & co. dovrà subire un dimagrimento del 20 per cento. Il tutto per perseguire una ottimizzazione dei costi operativi da 2,5 miliardi a livello mondo da qui ai prossimi due anni. Tutta colpa del rivoluzionamento del mercato del farmaco: alti i costi per la sperimentazione di un prodotto innovativo, numerose le scadenze brevettuali, sempre più forte la concorrenza dei farmaci generici. Poi c'è lo scenario italiano con le politiche di austerity messe in atto dal decisore pubblico sul versante sanitario.

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