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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2013 alle ore 12:49.

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Le festività natalizie sono perfette quando si tratta di recuperare il tempo perduto. Valeva ai tempi della scuola e a quanto pare vale anche per Pompei: in una manciata di giorni a ridosso del 25 dicembre è stata prima prefigurata la divisione tra la soprintendenza di Napoli e quella vesuviana, quindi è uscito il bando per selezionare i nuovi soprintendenti e, soprattutto, è arrivata la sottoscrizione del tanto sospirato piano di gestione.

Quest'ultimo rappresentava senza dubbio l'urgenza più immediata: l'Unesco aveva infatti posto la consegna del testo entro il 31 dicembre 2013 come «conditio sine qua non» per la permanenza dei siti pompeiani nel Patrimonio mondiale dell'umanità. Gli scetticismi non mancavano: soltanto a marzo di quest'anno il documento constava delle sole premesse. Il giorno 23 dicembre, tuttavia, il piano di gestione è stato licenziato «al termine di un percorso – si legge nel comunicato del Mibact - condiviso con istituzioni locali che ha visto riunirsi a Pompei esperti nazionali ed internazionali nella gestione e promozione del patrimonio mondiale.

Il Protocollo prevede norme per la mitigazione dei rischi legati alle calamità naturali e individua processi di condivisione delle attività necessarie alla tutela, conservazione promozione dei beni archeologici del territorio interessato, attraverso l'istituzione di un tavolo di concertazione con il quale si individueranno strategie condivise per la migliore gestione del patrimonio e per favorire uno sviluppo sostenibile. Il piano – continua il testo del comunicato - riconosce inoltre la necessità di rafforzare, attraverso attività diffuse, la conoscenza dei Beni e il senso di appartenenza nelle comunità locali».

Sempre il giorno 23 dicembre, il ministero dei Beni culturali ha provveduto alla pubblicazione dei bandi per l'individuazione dei titolari delle soprintendenze di Napoli e Pompei, scorporate dalla Legge «Valore Cultura». Il tutto all'indomani dell'assunzione dell'interim da parte del dg per le Antichità Luigi Malnati. Gli avvisi pubblici, aperti a tutti i dirigenti archeologici dell'amministrazione centrale e periferica dello Stato, prevedono tempi strettissimi di adesione: curricula e schede di valutazione dirigenziale sugli ultimi tre anni d'attività dovranno infatti pervenire entro il 7 gennaio 2014.

L'incarico avrà durata triennale. Una volta tanto ai piedi del Vesuvio si punta a fare in fretta: ce n'era proprio bisogno dopo la stucchevole telenovela quadrimestrale conclusasi con la nomina a direttore generale di progetto del generale dei carabinieri Giovanni Nistri e l'individuazione di Fabrizio Magani come suo vicario. Nistri è atteso a Pompei per il 3 gennaio: dovrà prendere le chiavi del quartier generale di Casina Pacifico. Per guidare quella che probabilmente rappresenta la più ardimentosa missione della sua carriera: spenere l'intera dote del Grande progetto Pompei da 105 milioni entro giugno 2015.

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