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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2014 alle ore 13:57.

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Tremila piccole imprese delle province di Padova, Treviso Vicenza non esportano, o lo fanno in percentuali minime, insufficienti ad agganciare la ripresa e a far fronte allo stallo del mercato interno. Per loro nasce FarExport, un servizio integrato messo a disposizione dalle associazioni territoriali degli industriali di quest'area di Veneto che, con oltre 4.100 imprese esportatrici, genera il 65,8% dell'export regionale, per un valore di 33,6 miliardi. Numeri che il progetto si propone di fare aumentare.

Il doppio canale - "Far" come termine inglese che indica la lontananza, ma anche come un invito a prendere l'iniziativa, a fare, per trovare nuovi mercati di sbocco ai propri prodotti. Con il giusto supporto, è la tesi, si riduce il rischio di disperdere risorse nel "fai da te": per le aziende – associate e non alle territoriali di Confindustria – il servizio si occuperà della ricerca di partner, ma anche di assistere tecnicamente chi opera con l'estero, ad esempio in tema di pagamenti e documentazione.

Il tutto mettendo a sistema anche quanto già c'è di valido a livello nazionale, dal ministero degli Affari esteri ad altri enti e istituzioni.
La prima uscita ufficiale sarà il Forum "Il commercio estero 2014: previsioni, prospettive e strumenti di orientamento e ricerca partner", in programma mercoledì 15 gennaio nella sede di Confindustria a Vicenza (Palazzo Bonin Longare) alle 14.30, con la partecipazione di Ice e ministero degli Esteri: è prevista la firma di una convenzione per l'accesso a tariffe scontate ai servizi erogati da Ice nel mondo attraverso lo sportello FarExport.

Le tre province - «Il progetto vuole offrire un aiuto costante anche alle aziende che non hanno una grande frequentazione dei mercati internazionali e che per svilupparla hanno necessità di individuare i migliori canali distributivi e commerciali - osserva Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza -. Tutto ciò senza dimenticare chi già esporta e lo fa in modo strutturato».

La nuova "piattaforma" a regime sarà in grado di sviluppare attività anche al di fuori delle tre province interessate in questa fase d'avvio.
«Allargare i confini dei mercati – dichiara Massimo Pavin, presidente di Confindustria Padova – soprattutto dove è più intensa la domanda di prodotti italiani, è uno dei driver per stimolare la ripresa. Spesso le imprese non hanno struttura e risorse adeguate per farlo. Grazie alla forza della sinergia puntiamo ad alzare la qualità della nostra consulenza per consentire al più largo numero di nuovi e vecchi esportatori di agganciare l'accelerazione della domanda mondiale».

In Veneto la strada dell'internazionalizzazione è seguita da oltre 6mila piccole imprese manifatturiere con meno di 10 addetti, su un totale di 11.248 realtà: «I mercati internazionali sono un ineluttabile obiettivo per le nostre aziende, per questo mettiamo insieme le rispettive conoscenze e competenze – commenta Alessandro Vardanega, presidente di Unindustria Treviso – per poter dare sostegno alle imprese, particolarmente a quelle che hanno minore o poca esperienza nell'affrontare i mercati esteri».

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