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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2014 alle ore 14:54.

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Nel distretto ceramico di Sassuolo non si produce solo l'82% delle piastrelle italiane (355 milioni di metri quadrati l'anno scorso) ma opera pure la più importante piattaforma logistica europea, con 23 milioni di tonnellate di materiali ceramici che transitano ogni anno in arrivo e in uscita. Un via vai quotidiano, per 250 giorni l'anno, di 4.580 Tir carichi di venti tonnellate di merci ognuno in un cluster di neppure 150 kmq.
Numeri che sono la premessa per capire la strategicità del nuovo corso per tecnici della logistica che Confindustria Ceramica presenta domani all'Ipsia Don Magnani di Sassuolo. Un percorso di studi sperimentale che debutterà il prossimo anno scolastico per riempire un gap formativo penalizzante per il settore. "Oggi la logistica riguarda il 70% delle nostre merci in input e output, dentro e fuori lo stabilimento, ma non c'è nessuna figura tecnica preparata per gestire questi flussi, sono tutti autodidatti", precisa Franco Stefani, fondatore e presidente della System di Fiorano, tra i big dell'automazione ceramica (300 milioni di fatturato e quasi 1.400 dipendenti nel mondo) che da dieci anni ha "adottato" l'istituto tecnico-professionale del distretto modenese e si è fatto promotore del nuovo corso di studi.

"La logistica in ceramica è una attività particolarmente complessa che richiede dunque adeguate professionalità. Per l'intermodalità dei trasporti (via mare fino al porto di Ravenna, poi su treno allo scalo di Dinazzano, fino alle fabbriche via gomma), la varietà degli ordini, la natura globale del distretto che serve oltre 150 Paesi nei cinque continenti", sottolinea il numero uno dell'industria ceramica italiana, Vittorio Borelli. Che domani sera assieme al presidente di System - in occasione dell'open house del Don Magnani - spiegherà a studenti e famiglie le opportunità di lavoro che si prospettano per i futuri diplomati della logistica. Cui spetterà anche il compito di ottimizzare i costi di questa branca della gestione aziendale ed efficientare i magazzini prodotti finiti.

"Una nostra indagine nel distretto ha mostrato come i costi della logistica incidano per il 14,9% sul fatturato delle imprese ceramiche. Di questi, il 67,2% sono costi "interni" della logistica – precisa Borelli – legati in primis a costo del lavoro (28%) e delle superfici occupate (17%). Ma se si allarga lo sguardo a tutta la catena di valore del prodotto ceramico, l'incidenza dei costi logistici sale al 24% del fatturato, incrementato dei costi distributivi per il cliente". Altro aspetto non secondario è la dimensione degli stock a magazzino dell'intera manifattura ceramica italiana, nell'ordine dei 150 milioni di metri quadrati: "Immobilizzazioni rilevanti dal punto di vista finanziario da far girare il più velocemente possibile per migliorare redditività e competitività del settore", nota il presidente di Confindustria Ceramica.

"Per far partire il nuovo percorso tecnico quinquennale dobbiamo raggiungere una quarantina di iscrizioni per comporre due classi", è l'obiettivo minimo che si è posta la dirigente del Don Magnani, Alessandra Borghi. Un primo passo per rispondere alla "fame" di professionisti qualificati delle imprese ceramiche ben più consistente. La garanzia di un posto di lavoro al termine del percorso scolastico è data per certa – concordano imprenditori e dirigente scolastica – come già dimostrano gli alti tassi di occupazione di giovani tecnici ceramici e manutentori sfornati dal piccolo istituto sassolese. Confindustria Ceramica e System offriranno all'istituendo corso in logistica sia supporto alla didattica sia opportunità di stage aziendali.

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